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Google vuole Whatsapp: la società di Mountain View sarebbe pronta a una nuova acquisizione miliardaria per aggiungere un altro tassello alla sua offerta di servizi.
Secondo quanto rivela il sito Digital Trend, l’operazione si aggirerebbe intorno al miliardo di dollari e permetterebbe a Google di portare sotto il suo ombrello una delle più popolari app di messaggistica attualmente in circolazione.
Google risponderebbe così non solo a Microsoft, che ha fatto il ‘colpaccio’ acquisendo Skype, ma anche a Facebook, che venerdì ha tolto il velo al software ‘Facebook Home’ che dota il cellulare di un’interfaccia specifica che permette di vedere sulla schermata iniziale tutti i servizi della rete sociale, facendo un nuovo passo avanti nell’integrazione tra social e messaging (Leggi articolo Key4biz).
Molti hanno visto in questo annuncio anche la premessa al prossimo lancio di un nuovo sistema operativo targato Facebook, mossa che farebbe il paio anche col tentativo di Samsung di affrancarsi da Android con un proprio sistema operativo mobile (Leggi articolo Key4biz).
Acquisendo Whatsapp, certo, Google si accollerebbe anche nuovi problemi sul versante privacy: la popolare app, infatti, è nel mirino di diverse autorità visto che per usarla gli utenti sono obbligati a offrire l’accesso all’intera rubrica telefonica, che include anche persone che non sono utenti WhatsApp, senza fornire la possibilità di scegliere quali dettagli fornire.
Solo gli utenti iPhone hanno la facoltà di scegliere manualmente quali contatti fornire. Tutti gli altri devono caricare tutta la rubrica nei server della società.
Per tale motivo, l’Autorità italiana ha scritto alla società, per chiedere chiarimenti su “quali tipi di dati personali degli utenti vengono raccolti e usati al momento dell’iscrizione e nel corso dell’erogazione dei servizi di messaggistica e condivisione file; come vengono conservati e protetti questi dati; le misure adottate (es. cifratura, generazione di credenziali etc.) per limitare il rischio di accesso da parte di soggetti diversi dagli interessati e, in particolare, se siano stati previsti sistemi contro gli attacchi tipo “man in the middle”, volti ad acquisire illecitamente il contenuto dei messaggi scambiati mediante l’applicazione”.