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Amazon, stangata per i vendor. Le commissioni lievitano fino al 70%

Europa


I venditori protestano contro Amazon, colpevole d’aver portato le commissioni in alcuni casi fino al 70%. La piattaforma di servizi eCommerce, che partendo dai libri ha allargato la propria attività a un’ampia gamma di prodotti, è oggi tra le più frequentate al mondo e ha anche superato eBay nelle preferenze dei vendor che adesso, però, con questa stangata potrebbero cambiare idea.

 

The Indipendent parla del caso della Gran Bretagna, dove gli inserzionisti si sono visti applicare una percentuale sulle spese passata dal 7 al 12%, per alcuni settori, come le auto, addirittura fino al 15%.

E se fino adesso i rivenditori erano legati ad Amazon da una clausola del contratto che gli vietava di operare su altri canali simili, ora potrebbero chiedere una revisione di queste ‘stringenti’ condizioni.

I rincari penalizzerebbero, in particolare, coloro che vendono prodotti con prezzi inferiori ai 25 dollari. Il quotidiano cita un operatore, secondo il quale “se vendi beni con prezzi in questa fascia, su Amazon non ci farai gli stessi profitti che ci fai su eBay”.

 

La decisione di Amazon peserà enormemente sulla sua reputation, specie in Gran Bretagna, dove l’azienda americana è al centro di un’indagine parlamentare per via del suo sistema di ottimizzazione fiscale che gli permette di traghettare i profitti nei Paesi con regimi vantaggiosi e pagare le tasse al minimo (Leggi Articolo Key4biz).

Dieci mila persone hanno già firmato una petizione affinché il gruppo paghi le tasse come tutti gli altri operatori britannici.

 

Nell’ultimo trimestre fiscale, Amazon ha visto il fatturato crescere a due cifre toccando quota 21,27 miliardi di dollari. In Gran Bretagna ha registrato ricavi per 3,35 miliardi di sterline ma, stando a quanto riporta The Indipendent, avrebbe pagato tasse solo per 1,8 milioni.

 

Si apprende intanto che ieri Amazon ha acquistato Goodreads, il social network più famoso del mondo per gli appassionati di libri con 16 milioni di utenti e oltre 30 mila ‘club’.

I dettagli finanziari dell’operazione non sono noti ma un dato è certo, l’azienda punta a rafforzare i propri servizi eBook.

Goodreads permette di vedere in tempo reale ciò che leggono i suoi membri, di scoprire nuovi titoli e rapportarsi con gli autori.

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