Italia
Creare un tavolo permanente sull’imprenditoria femminile per mantenere un confronto aperto e costante sui temi legati al credito e alle agevolazioni fiscali per le imprese gestite da donne. E’ quanto stabilito nell’incontro tenutosi tra il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e una delegazione del Coordinamento Donne di Impresa.
Nel corso della riunione, le rappresentanti delle “imprese rosa” hanno evidenziato come, nonostante il rilevante contributo dell’imprenditoria femminile al sistema Paese e la sostanziale tenuta nella dinamica anagrafica durante l’attuale periodo di crisi, alle aziende femminili vengano richieste garanzie particolarmente onerose da parte degli istituti di credito, a fronte di tassi di interesse più elevati sugli scoperti di conto corrente (come evidenziato dalla Relazione Annuale del 2011 di Banca d’Italia).
Il ministro Passera e i rappresentanti del dicastero – tra cui il presidente del comitato di gestione del Fondo di Garanzia Claudia Bugno e il presidente del Tavolo di coordinamento per l’internazionalizzazione delle Pmi al femminile, Mirella Ferlazzo – hanno fatto il punto anche sulle misure finora attuate dal Mise per favorire le imprenditrici donne. Tra queste, la sezione speciale del Fondo di Garanzia per le Pmi rosa, che consentirà di attivare 300 milioni di euro di credito garantito, e la conferma dei 105 comitati per il supporto all’imprenditoria femminile presenti in tutte le Camere di Commercio (Leggi Articolo Key4biz).
Apprezzamento è stato manifestato dalla Portavoce del Coordinamento Donne di Impresa, Dora Iacobelli, per la disponibilità del Ministro nel voler dare un seguito immediato alla richiesta d’istituzione del tavolo permanente per l’imprenditoria femminile.
Il Coordinamento Donne di Impresa è un’organizzazione costituita dalle rappresentanze femminili di CASARTIGIANI – CIA – CNA – COLDIRETTI – CONFAGRICOLTURA – CONFAPI – CONFARTIGIANATO – CONFCOMMERCIO – CONFCOOPERATIVE – CONFESERCENTI – LEGACOOP- AGCI.
Il Fondo di Garanzia per le PMI rosa è stato costituito da un accordo tra Passera e il Ministro per il Lavoro Elsa Fornero e permetterà alle piccole e medie imprese in rosa di accedere con maggiore facilità e a condizioni di favore a 300 milioni di euro di credito garantito.
Nell’occasione, i due ministri hanno dichiarato che “L’impegno e l’energia delle donne imprenditrici costituiscono un valore importante per il rilancio della crescita e dell’occupazione”, aggiungendo che bisogna “fare tutto quanto è possibile per non perdere il contributo che le donne possono dare al mondo del lavoro e dell’impresa”.
Un’iniziativa che si pone in linea con quanto la Commissione Ue sta facendo per sostenere l’imprenditorialità femminile. In occasione della Festa della donna, il Commissario Ue all’Industria, Antonio Tajani, era tornato sull’argomento per ribadire che “L’Europa ha bisogno di più donne imprenditrici per ripartire” (Leggi Articolo Key4biz).
Tajani ha indicato che le donne costituiscono il 52% del totale della popolazione europea, ma solo un terzo dei lavoratori autonomi o di tutti coloro che vogliono aprire imprese in Europa. Per il Commissario, “Nonostante rappresentino un’importante fonte di potenziale imprenditoriale, le donne sono probabilmente la risorsa più sottoutilizzata per la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro in Europa“.
Ma le cose cominciano a muoversi. Stando ai dati che la Commissione Ue ha presentato all’ultimo World Economic Forum a Davos, la presenza di donne nei consigli di amministrazione delle società europee quotate in Borsa è aumentata al 15,8%, contro il 13,7% di gennaio 2012. L’aumento più forte si registra in Italia (Leggi Articolo Key4biz).
“La pressione normativa funziona: provare per credere. Le aziende cominciano finalmente a capire che, per rimanere competitive in una società che invecchia, non possono fare a meno dei talenti femminili: il 60% dei laureati sono donne“, ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissario Ue per la Giustizia. “L’esempio di paesi come Belgio, Francia e Italia, dove le misure legislative introdotte di recente cominciano a dare i primi frutti, dimostra inequivocabilmente la validità di un intervento normativo limitato nel tempo. La proposta di direttiva che abbiamo presentato spingerà le imprese a sfruttare i talenti esistenti e permetterà di promuovere l’equilibrio di genere in tutti i vertici aziendali all’interno del mercato interno”.
I paesi che hanno introdotto le quote rosa continuano a fare da traino. L’aumento più forte si registra, infatti, in Italia (4,9 punti percentuali e uno score dell’11%) dove, in forza della nuova normativa, entro il 2015 le società quotate e a partecipazione pubblica dovranno assicurare una partecipazione femminile del 33% negli organi di gestione e vigilanza.