Mediaset, il mercato dà fiducia nonostante la perdita storica

di Raffaella Natale |

La crisi economica trascina l’azienda in rosso. Bene solo Mediaset Premium e la società delle torri Ei Towers.

Italia


Fedele Confalonieri

Il mercato dà fiducia a Mediaset, che stamani apre in rialzo dell’8,71%, per poi assestarsi in serata sul +4,19 a 1,615 euro con un indice FTSE MIB a -0,65%, sebbene ieri abbia annunciato un rosso da 287 milioni nel 2012. Analisti e investitori attendevano la reazione della Borsa visto che i dati finanziari del gruppo sono usciti a mercati chiusi con il titolo rimasto invariato in attesa della presentazione dei conti.

Piazza Affari crede in una ripresa entro l’anno per l’azienda televisiva della famiglia Berlusconi. “Dopo un 2012 orribile, quest’anno si potrebbe ripartire“, ha commentato un trader che parla di ricoperture sul titolo alla base del balzo odierno.

“Il management ha indicato aprile come un mese di svolta per il mercato pubblicitario“, ha aggiunto un altro osservatore.

 

La perdita di Mediaset è pesante. E’ il primo rosso della sua storia. Dal 1996, anno della nascita (come spin-off dalla Fininvest) e quotazione in Borsa, la Tv commerciale del Biscione aveva sempre chiuso ogni anno con utili e stavolta non ci sarà neanche il dividendo. Il giro d’affari ha perso 530 milioni, scendendo a 3,72 miliardi. Perdita di 235 milioni per l’Ebit contro un utile di 537 milioni del 2011.

 

 I conti dell’azienda di Cologno Monzese sono lo specchio di questa tremenda crisi economica che sta attanagliando il Paese, ma anche di quella editoriale. Anche la televisione comincia, infatti, a subire le conseguenze del forte calo della raccolta pubblicitaria, finora limitato solo alla carta stampata. Publitalia, la concessionaria di Mediaset, ha accusato un -16% a 2,32 miliardi.

 

“Nei primi mesi del 2013 – spiega Mediaset – la raccolta pubblicitaria sta registrando una flessione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con l’ultimo trimestre del 2012. In tale contesto pubblicitario, obiettivo primario del gruppo è di consolidare le proprie quote in Italia e in Spagna”.

Tale obiettivo è confermato dai primi dati relativi al mese di gennaio 2013 pubblicati da Nielsen che vedono in Italia il mercato tv in calo del 16,1% rispetto al gennaio 2012 mentre Mediaset segna una flessione del 14,5%. In ogni caso, la scarsa visibilità e la situazione di incertezza e instabilità economica nei due paesi non consentono al momento di formulare previsioni attendibili circa l’evoluzione dei ricavi pubblicitari su base annua.

 

Resiste invece la pay-tv. Mediaset Premium mantiene stabile il giro d’affari del 2012, a 518 milioni, mostrando di resistere alla crisi dei consumi. Anche la Spagna, dove Mediaset controlla Telecinco, paga la crisi, ma c’è comunque un utile (50 milioni), anche se dimezzato che ha permesso di stemperare il rosso dell’Italia.

 

Ci sono anche segnali incoraggianti positivi, però, dal bilancio: la generazione di cassa è stata nettamente superiore al 2011 (245 milioni contro 144) e ha permesso di abbattere un il debito sceso da quasi 1,9 miliardi sotto la soglia di 1,7 miliardi. Oltre al buon risultato della pay-tv, si è rivelata fortunata l’acquisizione di Ei Towers, unico asset italiano con ricavi in crescita a 233,8 milioni di euro rispetto ai 162,3 milioni del 2011.

 

Quanto al futuro, l’azienda non si è sbilanciata in previsioni sul 2013, ma i primi due mesi, si è appreso ieri dalla conference call, sono partiti in salita: gennaio avrebbe accusato un calo della pubblicità del 15% sul 2012, che già era stato assai negativo. Per questo dal primo trimestre gli analisti non si attendono segnali di ripresa. Con il mercato pubblicitario in caduta, la leva su cui Mediaset può operare è quella del taglio dei costi: l’anno scorso sono stati risparmiati 307 milioni (sopra la soglia di 250 inizialmente fissati).

Mediaset, si legge nella nota, rimane focalizzata “nell’implementazione del previsto piano di riduzione della spesa che decrescerà di 450 milioni di euro all’anno, obiettivo da raggiungere entro il 2014. Il risultato conseguito nel 2012 fa ben sperare di raggiungere l’annunciata riduzione strutturale in anticipo sulla tabella di marcia triennale”. 

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