Cloud: il progetto CUMULUS della FUB studia come rendere più sicuri e affidabili i servizi sulla ‘nuvola’

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Al progetto, coordinato dalla Fondazione Ugo Bordoni e che si occuperà di studiare come rendere più sicuri e affidabili i servizi cloud per gli utenti finali, hanno aderito 8 partner del mondo scientifico e industriale europeo.

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Le minacce informatiche, si sa, si evolvono al passo con le tendenze: prima erano i Pc a essere bersagliati, poi gli smartphone e quindi le piattaforme di cloud computing che, secondo le previsioni degli esperti, saranno tra le quelle più colpite nel 2013, proprio perchè l’adozione della tecnologia avanza a ritmi senza precedenti.

E’ essenziale, dunque, agire d’urgenza, prima che la fiducia degli utenti – consumatori e aziende – sia minata dalla pervicacia dei criminali informatici.

Ed è questo l’obiettivo del progetto di ricerca europeo CUMULUS – “Certification infrastrUcture for MUlti-Layer cloUd Services” – dedicato alle infrastrutture di certificazione per servizi cloud Multi-Layer.

 

Nonostante il successo della tecnologia, che consente alle aziende di risparmiare sui costi IT, ai cittadini di disporre di un ‘armadietto digitale’ per i loro contenuti e alle pubbliche amministrazioni di essere più efficienti, molte sono infatti le preoccupazioni legate alla privacy, alla sicurezza, alla governance e alla conformità dei dati e dei servizi software offerti.

CUMULUS affronterà questi limiti attraverso lo sviluppo di un quadro integrato di modelli, processi e strumenti di supporto alla certificazione di proprietà di sicurezza delle infrastrutture (IaaS), delle piattaforme (PaaS) e delle applicazioni di livello software (SaaS).

 

Al progetto, coordinato dalla Fondazione Ugo Bordoni e che si occuperà di studiare come rendere più sicuri e affidabili i servizi cloud per gli utenti finali, hanno aderito 8 partner del mondo scientifico e industriale europeo: Atos, La City University di Londra, Universidad de Málaga, Università degli Studi di Milano, Infineon Technologies, Wellness Telecom, Cloud Security Alliance.

La FUB, che coordina l’intero progetto ed è responsabile per le interazioni con il Consiglio consultivo, è anche coinvolta nella definizione e validazione di modelli di certificazione CUMULUS e nella diffusione dei risultati del progetto.

 

“Per garantire la validità dei certificati di sicurezza nel mutevole ambiente della ‘nuvola’, fornitori di servizi, fornitori di cloud e utenti potranno collaborare con gli enti di certificazione. Al fine di assicurare l’applicabilità su larga scala industriale, il quadro CUMULUS sarà valutato in riferimento agli scenari di applicazioni cloud in alcuni settori industriali chiave, come le città intelligenti e i servizi e le applicazioni di sanità elettronica”, spiega la FUB in una nota.

 

I ‘cumuli’, nel gergo della meteorologia, sono le nubi che si sviluppano in verticale: il nome dell’iniziativa di ricerca richiama quindi anche la struttura verticale dei servizi cloud.

Il progetto, avviato nell’ottobre del 2012 e finanziato nell’ambito del Settimo programma quadro dell’Unione europea (7 °PQ), è in linea con le raccomandazioni di una recente consultazione industriale alla Commissione europea che individua la certificazione dei servizi cloud come una tecnologia abilitante per costruire la fiducia negli utenti finali, inserendola tra le azioni fondamentali per una strategia di cloud in Europa. (a.t.)

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