Europa
I giovani imprenditori che vogliono sviluppare le loro idee innovative, devono poterlo fare in Europa, senza sognare la Silicon Valley, magari prendendo ispirazione da chi ce l’ha fatta. È questo il senso della nuova iniziativa ‘Startup in Europe, Stay in Europe‘, che include tra le altre cose anche la piattaforma ‘Leader Club‘, parte del piano in ‘sei mosse’ con cui la Commissione europea intende collegare gli ecosistemi imprenditoriali locali in Europa e aiutare le startup tecnologiche ad avviare e sviluppare la loro attività in Europa.
Durante il loro primo anno di attività, le startup tecnologiche americane creano complessivamente 3 milioni di posti di lavoro e l’esecutivo vorrebbe un simile livello di dinamismo anche in Europa.
A sostenere l’esecutivo in questa ‘mission’, alcuni dei giovani imprenditori europei che sono la ‘prova vivente’ che diventare web-imprenditori si può e può essere anche estremamente gratificante.
Si tratta di Zaryn Dentzel (fondatore e CEO di Tuenti, il più grande social network ‘solo su invito’ spagnolo, con oltre 12 milioni di utenti); Daniel Ek (imprenditore ‘seriale’ e co-fondatore di Spotify); Kaj Hed (presidente del di Rovio, editore di Angry Birds); Lars Hinrichs (fondatore e CEO di HackFwd, società di investimento progettata per supportare gli sviluppatori di software in Europa); Martin Lorentzon (co-fondatore di Spotify); Joanna Shields (Ceo di Tech City); Reshma Sohoni (Partner di Seedcamp); Boris Veldhuijzen van Zanten (imprenditore internet seriale, co-fondatore di PressDoc e TwitterCounter); Niklas Zennström (co-fondatore di Skype, Kazaa, Joltid e Joost).
“Queste persone non si sono limitate a parlare di fare qualcosa, sono andati e lo hanno fatto ed è per questo che i giovani e i leader dovrebbero ascoltarli”, ha affermato il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes.
Spotify, ad esempio, è attivo in 23 paesi, Angry Birds ha più utenti di Twitter e Skype gestisce un terzo delle chiamate internazionali.
Con il loro aiuto e il loro esempio, in sostanza, la Commissione spera di instillare nei giovani europei il coraggio di ‘fare impresa’ nel web: “Gli europei devono essere creativi e senza paura. È così che sono nate molte delle più eccitanti aziende web e tecnologiche europee. Voglio che il mondo lo sappia e voglio che i giovani imprenditori abbiano dei modelli e un vero mercato unico digitale in cui far crescere le loro idee”, ha aggiunto Kroes.
Nelle scorse settimane, la Commissione ha inoltre lanciato la Grande Coalizione per l’occupazione nel settore digitale, per contribuire a occupare i 900.000 posti vacanti nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) previsti in Europa entro il 2015.
L’iniziativa punta sul coinvolgimento delle imprese del settore, delle amministrazioni pubbliche, dei settori della formazione e dell’istruzione e mira a invertire una tendenza preoccupante: malgrado, infatti, i posti di lavoro nel digitale aumentano ogni anno di circa 100.000 unità, il numero di nuovi laureati e di lavoratori qualificati nel campo delle ICT non riesce a coprire questo fabbisogno. (Leggi articolo Key4biz)
Le candidature per partecipare alla ‘Grand Coalition’ potranno essere inviate fino al 31 maggio 2013; l’Assemblea Digitale si riunirà per deliberare sulle candidature e identificare una strategia di azione comune: gli impegni saranno presentati alla Digital Agenda Assembly il 19-20 giugno a Dublino.
Intervenendo all’Avaya Forum (Leggi articolo Key4biz), il Capo Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, Roberto Sambuco ha sottolineato che quello di Dublino “sarà un evento molto importante per la nascita di una grande coalizione di attori per la digitalizzazione completa dell’Europa e per aprire un confronto generale tra tutti gli stakeholders e le aziende, per raggruppare progetti per lo sviluppo dei digital skills, anche a livello di startup. Forse, per favorire tali iniziative e molto altro ancora, sarebbe utile pensare ad un ministro dell’agenda digitale, con ricadute positive sulla frammentazione e il raggruppamento delle leve”.
Dalla scuola al mondo del lavoro, passando per le università, i venture capitalist e la PA, tutti devono fare la loro parte per dare un futuro ‘Made in Europe’ alla creatività e all’imprenditorialità dei giovani europei.