ICT, 3 miliardi di euro il debito dello Stato verso le imprese del settore

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Secondo il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, se lo Stato sbloccasse i pagamenti si potrebbero creare 250 mila posti di lavoro in 5 anni, con una crescita del Pil dell'1% per i primi 3 anni, fino ad arrivare al +1,5% nel 2018.

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La gran parte dei debiti che lo Stato ha accumulato nei confronti delle imprese colpisce, in particolare, i settori dell’edilizia, della sanità e dell’information technology: da un’analisi de Il Sole 24 Ore, risulta infatti che circa il 90% dei 71 miliardi di debito (quindi una sessantina di miliardi) riguarda questi tre comparti.

Una situazione che va ad aggravare la pesante crisi che già soffoca il complesso dell’economia italiana ma che ha picchiato particolarmente duro nei tre settori sui quali, oltre al credit crunch, grava anche il paradosso dei mancati pagamenti dello Stato.

Il settore dell’Information Technology, in particolare, attende 3 miliardi di euro con un ritardo nei pagamenti alle imprese, generalmente di piccole dimensioni, che si attesta 240 giorni, ossia 8 mesi.

 

Il settore dell’Information Technology, come è emerso ieri dal Rapporto Assinform, ha chiuso il 2012 con i conti in rosso per il quinto anno consecutivo, con – 4% di calo di fatturato (Leggi articolo Key4biz).

 

Un paradosso, dicevamo, in un momento in cui si fa un gran parlare dell’ICT come leva della modernizzazione del Paese e anche pensando a quanto affermato dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, secondo cui se lo Stato sbloccasse i pagamenti si potrebbero creare 250 mila posti di lavoro in 5 anni, con una crescita del Pil dell’1% per i primi 3 anni, fino ad arrivare al +1,5% nel 2018. 

Dalle pagine del quotidiano economico, Stefano Parisi, presidente di Confindustria digitale parla di situazione ormai insostenibile, anche perchè molte delle aziende attive nel settore “devono gran parte del loro business proprio alla Pubblica amministrazione”.

“Con l’Agenda Digitale – ha aggiunto – si impone un nuovo e rinnovato rapporto fra imprese e PA. Un rapporto che non può non basarsi sulla corretta gestione dei pagamenti”.

 

Sempre su Il Sole 24 Ore, il ministro uscente dell’Economia Vittorio Grilli assicura che – dopo il via libera della Commissione europea – non ci sono ragioni per non emanare un decreto d’urgenza per sbloccare i pagamenti.

“Ci stiamo lavorando con la massima urgenza, poi spetterà al presidente Monti decidere quando spingere il bottone”, ha affermato Grilli. (a.t.)

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