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Diritti dei consumatori. Viviane Reding contro Apple: ‘Non fornisce informazioni corrette sulla garanzia’

Europa


I consumatori europei devono essere protetti da norme coerenti e applicabili in tutti gli Stati e per evitare il ripetersi di nuovi ‘Apple case’.

Il Commissario alla Giustizia Viviane Reding, intervenendo allo ‘European Consumer Summit 2013’ a Bruxelles ha fatto esplicito riferimento alle sanzioni, per complessivi 1,1 milioni di euro comminate dall’Antitrust italiano ad Apple per il mancato rispetto delle norme in materia di garanzia. La società, secondo i rilievi dell’Autorità italiana, aveva dato informazioni insufficienti e confusionarie ai consumatori sulla garanzia biennale di conformità da parte del venditore, ne aveva ostacolato l’esercizio limitandosi a riconoscere la sola garanzia del produttore di un anno e aveva indotto in confusione gli acquirenti inducendoli a sottoscrivere un contratto aggiuntivo che si sovrapponeva in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo (Leggi il discorso).

 

“Lo scorso settembre ho scritto ai ministri dei consumatori in merito a questo caso, incoraggiandoli a prendere i provvedimenti opportuni. Volevo anche essere chiara sul fatto che i consumatori dell’Unione devono aspettarsi che i loro diritti siano tutelati dovunque allo stesso modo”, ha affermato la Reding, sottolineando che allo stato attuale gli approcci risultano essere invece molto diversificati e incoerenti.

Dalle risposte ricevute, è infatti emerso che “…in almeno 21 paesi Ue, Apple non fornisce informazioni corrette ai consumatori circa i diritti di garanzia. Questo semplicemente non è abbastanza”.

 

La Commissione, ha aggiunto, “non può restare a margine delle questioni che riguardano la messa in atto delle regole” e “deve svolgere un ruolo più importante nel monitorare e coordinare l’applicazione coerente delle norme comunitarie relative ai consumatori da parte degli Stati membri. Un approccio più proattivo può anche essere un modo più efficace di trattare pratiche commerciali emergenti”, ha affermato, riferendosi alle ‘pratiche commerciali aggressive’, che minano la reputazione del mercato digitale e dei suoi innumerevoli vantaggi (Leggi articolo Key4biz).

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