Francia
Il Governo francese intende ridefinire e guidare la politica industriale nel settore delle telecomunicazioni e sta studiando un modo per ‘riequilibrare le competenze’ del regolatore nazionale, così da riprendere in mano alcuni poteri attualmente in capo all’Arcep.
La questione è stata sollevata da un documento redatto dai ministeri delle Finanze e della Cultura ed è centrata su due questioni: l’attribuzione delle frequenze e le relazioni coi consumatori.
Il governo non ha ancora preso una decisione sull’argomento, ma fonti vicine al ministero delle Finanze spiegano che l’obiettivo dell’esecutivo sarebbe quello di “riprendere in mano alcune questioni di rilevanza politica”. Non si tratterebbe, quindi, di voler inviare un alert al regolatore.
Dalla liberalizzazione del mercato, nel 1997, i diversi governi che si sono succeduti hanno delegato al regolatore diversi poteri, fra cui la definizione delle specifiche per l’attribuzione delle licenze di telefonia mobile.
L’esecutivo, spiega il quotidiano Les Echos citando una fonte vicina al dossier, “potrebbe volere più discrezionalità in questo campo”, con la facoltà di assegnare maggiore importanza ai criteri relativi all’occupazione e agli investimenti.
Quanto alle relazioni coi consumatori, potrebbero passare alla direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi (DGCCRF).
In Francia, in particolare, l’Arcep è stato oggetto di forti critiche per non aver tenuto nella necessaria considerazione le ripercussioni sull’occupazione dell’ingresso sul mercato del quarto operatore mobile. L’arrivo di Free ha infatti destabilizzato il mercato e sollevato le vivaci proteste degli altri operatori, che hanno dovuto abbassare a loro volta le tariffe per bloccare l’emorragia di clienti, annunciando di conseguenza tagli all’occupazione. Il disinteresse dell’Arcep verso questo tema e verso le conseguenze dell’ok all’accordo di roaming con France Telecom ha spinto i sindacati ad affermare che “il regolatore fa politica”.
La decisione arriva tra l’altro nel momento in cui le discussioni in Europa vertono anche sulla possibilità di pervenire, prima o poi, a un unico regolatore al posto delle attuali 27 Autorità nazionali, oltre che sul fatto che la bilancia – al momento – pende troppo sulla tutela dei consumatori e troppo poco sulla salvaguardia della competitività dell’industria.
Gli operatori stanno chiedendo un cambio di direzione verso un alleggerimento del fardello normativo, così da poter riprendere gli investimenti nelle nuove reti e da rispettare anche gli obiettivi della Digital agenda europea (Leggi articolo Key4biz).