Italia
Lo Stato deve fare di più, economicamente si intende, per difendere le reti strategiche dalle minacce che arrivano dal cyberspazio, senza delegare oltre alle aziende private che da sole non possono garantire una tutela efficace di tutte le infrastrutture critiche.
Intervenendo al Convegno “Strategia di difesa contro la minaccia cibernetica” organizzato dal Centro Studi Difesa e Sicurezza (Cestudis), il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha sottolineato che senza risorse si “fa poco o niente” e fatto il parallelo tra il nostro paese e altri come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, che hanno messo in campo ingenti risorse per affrontare il problema.
Nei giorni scorsi, anche Mario Monti ha evocato gli effetti ‘catastrofici’ per il Paese di un attacco cibernetico su larga scala, sottolineando che per mettere in sicurezza le reti critiche a gennaio il Governo ha approvato un decreto sulla sicurezza informatica volto ad “accrescere la nostra capacità di rispondere a questi attacchi” e a dotare il Paese della prima definizione di un’architettura di sicurezza cibernetica nazionale e di protezione delle infrastrutture critiche (Leggi articolo Key4biz).
Bernabè ha però criticato il disimpegno economico del Governo, sottolineando come attualmente le risorse arrivino solo dalle aziende, come Telecom Italia: “Per molti anni, per troppo tempo – ha affermato – questo tema è stato sottovalutato. Oggi, in qualche modo, il problema viene risolto dal Dpcm del 24 gennaio scorso ma manca un pezzo perchè dice che non comporta nuovi oneri a carico del bilancio pubblico e senza risorse non si va da nessuna parte, senza risorse si fa poco o niente”.
Fortunatamente, ha aggiunto, “ci sono soggetti come Telecom Italia e Finmeccanica che impegnano risorse contro gli attacchi cibernetici”, ricordando che l’azienda telefonica ha realizzato, a Roma e Milano, “due security operation center attivi 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, nei quali decine di persone costantemente analizzano tutto quello che arriva sulla rete”.
Anche oltreoceano, intanto, il tema della sicurezza delle reti digitali è sempre più ‘caldo’, dopo l’escalation degli attacchi informatici che nelle ultime settimane hanno avuto come bersaglio, oltre che diverse aziende, anche i principali media Usa – dal New York Times al Wall Street Journal dalla CNN a Twitter e al Washington Post.
Dietro questi attacchi, secondo Washington, ci sarebbe la Cina (Leggi articolo Key4biz), che è stata nuovamente invitata a prendere adeguate misure contro la pirateria informatica e lo spionaggio digitale.
“La comunità internazionale non può più tollerare tali attacchi”, ha affermato Tom Donilon, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Obama.
“Non è solo un’inquietudine relativa alla sicurezza nazionale o una preoccupazione esclusiva del governo americano…sempre più aziende parlano della loro apprensione di fronte alle incursioni sempre più sofisticate volte a carpire i loro segreti industriali su larga scala. Bisogna che Pechino prenda misure serie per indagare su queste attività e porvi fine”, ha aggiunto.