#Winextforum. Vincenzo Lobianco (Agcom): ‘Puntare sulla complementarietà tra Wi-Fi e reti mobili per fornire copertura ubiqua’

di di Vincenzo Lobianco (Direttore della Direzione Reti e Servizi di Comunicazione Elettronica - Agcom) |

Pubblichiamo di seguito il contributo di Vincenzo Lobianco (AGCOM) a margine del workshop ‘Wi-Next Forum: il Wi-Fi oltre la siepe…’, tenutosi a Torino il 27 febbraio 2013.

Italia


Vincenzo Lobianco

Ridotti sono stati gli interventi regolatori dell’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni sulla complessiva tematica del Wi-Fi. Anzi, il principale intervento è rappresentato da una “deregolamentazione” che ha favorito lo sviluppo dell’offerta Wi-Fi ai clienti in ambienti pubblici (bar, ristoranti, etc.) Infatti, già nel 2003 l’AGCOM, con la delibera n. 102/03/CONS ha stabilito l’esclusione dal regime di autorizzazione generale degli esercizi commerciali e locali aperti al pubblico (bar, hotel, ecc.) che mettono a disposizione del pubblico connessioni Wi-Fi sia gratuite che a pagamento. Ciò ha rappresentato una semplificazione per il mercato ed ha dato impulso alla diffusione di questi servizi Wi-Fi, anche se successivamente, nel 2005, il decreto Pisanu, richiedendo una identificazione specifica di tutti coloro che accedevano al Wi-Fi, anche gratuitamente, ha di fatto reso più complessa l’offerta del servizio. Ora, con l’abolizione del decreto Pisanu, avvenuta del 2010, si sono di fatto ridotte le barriere per lo sviluppo di servizi di connessione Wi-Fi al pubblico. A mio avviso, sarebbe opportuno, anche per ridurre le responsabilità dei gestori dei locali commerciali e degli operatori autorizzati, l’introduzione di forme semplificate di identificazione o registrazione che consentano, ad esempio attraverso un numero di telefono mobile e un SMS la rapida registrazione del cliente.

Venendo poi ai servizi Wi-Fi di natura commerciale, cioè a pagamento, è evidente che ad essi si debbano applicare tutte le disposizioni dell’Agcom relative alla tutela dei clienti, dalla trasparenza dell’offerta alla carta dei servizi, alla possibilità di fare reclamo in caso di disservizi o malfunzionamenti.  Non mi sembra tuttavia che questo argomento sia particolare interesse nel contesto odierno.

Direi invece che un altro aspetto regolamentare, quello relativo alle frequenze da mettere a disposizione dei servizi Wi-Fi possa invece offrire utili spunti di discussione ed approfondimento.

Attualmente il Wi-Fi è disponibile sulle bande cosiddette “unlicensed” cioè di libero uso a 2,4 GHz e 5 GHz. Recentemente dagli Stati Uniti era arrivata la notizia che l’Amministrazione Obama e l’FCC fossero interessate a mettere a disposizione del Wi-Fi, gratuitamente, frequenze che si sarebbero a breve liberate dagli usi televisivi. Le frequenze sarebbero state utilizzate per la realizzazione di una rete Wi-Fi nazionale, pubblica e gratuita. Non si è capito, almeno in Italia, se la notizia fosse vera oppure no. Tuttavia questa notizia ha avviato un dibattito, in particolare alimentato dagli operatori mobili, i quali dopo aver pagato cifre notevoli per l’acquisizione delle frequenze destinate all’LTE risultavano in disaccordo per due motivi: l’acquisizione gratuita delle frequenze e la concorrenza da parte degli operatori Wi-Fi di servizi mobili gratuiti. Su questo penso di ritornare dopo. E’ stato quindi richiesto se una cosa del genere potesse essere realizzata in Italia.  

A mio avviso è presto per capire e decidere se possano essere individuate bande di frequenza provenienti dai servizi radiotelevisivi da utilizzare per servizi Wi-Fi. Rilevo però che la situazione di affollamento dei servizi radiotelevisivi in Italia è assolutamente diversa da quella delle altre nazioni, USA e paesi europei. Risulterebbe pertanto estremamente difficile pianificare oggi un dividendo per il Wi-Fi, in una situazione in cui sarà molto complesso affrontare, nei prossimi anni, il tema della liberazione della banda a 700 MHz. Anche in Italia, inoltre, devono essere considerati gli investimenti fatti dagli operatori mobili per la gara LTE e quelli futuri per la banda 700 MHz. In definitiva, il tema è complesso e andrà affrontato a tempo debito.

 

Ritornando invece alla relazione tra Wi-Fi e reti mobili di 3° o 4° generazione, vorrei concludere il mio intervento ponendo sul tavolo uno spunto di riflessione o, se volete una provocazione, sotto forma di domanda : “La diffusione al pubblico di servizi Wi-Fi gratuiti, in particolare quelli offerti su vaste aree urbane da parte delle Amministrazioni pubbliche e di cui oggi si è detto, rappresentano una minaccia o una opportunità per i servizi mobili a larga banda?”

Prima facie la risposta potrebbe sembrare scontata. Questi servizi drenano traffico alle reti mobili e pertanto, se non rappresentano proprio una minaccia, potrebbero costituire una riduzione dei ricavi per gli operatori mobili.

A mio avviso, tuttavia, la risposta non è così scontata. Occorre guardare il fenomeno sotto diversi punti di vista e allora può forse emergere il ruolo di complementarità con le reti mobili che le reti Wi-Fi pubbliche gratuite possono giocare.

In primo luogo, dal punto di vista dei nuovi utenti, l’utilizzo gratuito del Wi-Fi, ad esempio in un parco al centro di Roma – Villa Borghese – può consentire a questi clienti di avvicinarsi alla connessione wireless ed apprezzare le potenzialità dei servizi forniti attraverso smartphone o tablet. L’esperienza di navigazione, o accesso all’e-mail fatta gratuitamente all’esterno può contribuire ad avvicinare i nuovi utenti. La rete Wi-Fi, tuttavia, se può offrire servizi nomadici, laddove esistano reti federate, non può certamente fornire servizi in mobilità. I clienti che hanno cominciato ad apprezzare, attraverso il Wi-Fi gratuito, i servizi wireless, saranno certamente incentivati ad abbonarsi ai servizi mobili per connettersi anche nelle zone, e sono molte, non coperte da Wi-Fi gratuito.

Dal punto di vista degli operatori mobili, ritengo che in determinate località, dove il segnale mobile non può essere opportunamente pianificato (sottosuolo, spazi coperti) oppure in caso di aggregazioni di persone temporanee di grandi dimensioni (stadi, manifestazioni) in cui l’istallazione di stazioni radio base può risultare eccessivamente onerosa in relazione ai ricavi, il Wi-Fi, se associato al servizio dell’operatore, può offrire a costi ridotti quel surplus di risorsa frequenziale necessaria per fornire una copertura il più possibile ubiqua.

Ecco, direi per concludere che si può partire da queste due semplici considerazioni per avviare un dibattito sul rapporto tra reti Wi-Fi e reti mobili che spero possa essere sviluppato negli interventi seguenti.

 

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