La pirateria software brucia miliardi a consumatori e aziende. L’Italia ancora nella Watch List dei Paesi a rischio

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Il nostro Paese, nonostante le diverse iniziative organizzate anche da Microsoft per invertire la tendenza, registra un tasso di pirateria del software del 48%, molto più alto della media, che si attesta al 33%.

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È stato stimato in complessivi 114 miliardi di dollari il costo della pirateria informatica nel mondo: lo rivelano i dati di uno studio IDC commissionato da Microsoft, secondo cui soltanto le attività di identificazione, riparazione e ripristino costano 22 miliardi di dollari.

Lo studio globale ha analizzato 270 siti Web e reti Peer-to-Peer (P2P), 108 download di software e 155 CD/DVD e sono stati intervistati 2.077 consumatori e 258 responsabili IT o CIO in Brasile, Cina, Germania, India, Messico, Polonia, Russia, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti. I ricercatori hanno riscontrato che nel novero dei software contraffatti non acquistati insieme al computer, il 45% proviene da Internet. Il 78% dei software scaricati da siti Web o reti P2P includeva qualche tipo di spyware, mentre il 36% conteneva Trojan e adware.

Lo studio ha messo quindi in luce che i rischi per gli utenti che decidono di usare software contraffatti nella speranza di risparmiare sono nettamente maggiori: le probabilità che i loro computer vengano infettati da malware inattesi sono da una a tre per i consumatori e da tre a dieci per le aziende.

 

Il nostro Paese, nonostante le diverse iniziative organizzate anche da Microsoft per invertire la tendenza, registra un tasso di pirateria del software del 48%, molto più alto della media, che si attesta al 33%: quasi la metà dei software utilizzati nel nostro Paese, in sostanza, è senza licenza e questo genera una perdita per l’industria pari a 1,4 miliardi di euro.

“Il nostro è addirittura l’ottavo Paese nel mondo per controvalore economico del software illegale in circolazione”, ha dichiarato Matteo Mille, Direttore della Business Unit a tutela del Software genuino di Microsoft.

 

I risultati dello studio di IDC, denominato “The Dangerous World of Counterfeit and Pirated Software”, sono stati presentati in occasione della giornata Play It Safe, la campagna internazionale di Microsoft per creare consapevolezza sui problemi relativi alla pirateria informatica, e non lasciano spazio al dubbio: i software contraffatti sono pericolosi per i consumatori e le aziende che, credendo di risparmiare mettono invece i loro dati alla mercé di programmi nocivi che registrano tutte le digitazioni sulla tastiera, consentendo ai cybercriminali di rubare le informazioni personali e finanziarie delle vittime, oppure attivano in remoto il microfono e la videocamera del computer infettato, fornendo ai criminali occhi e orecchie in consigli di amministrazione, così come nei soggiorni e nelle camere da letto.

 

“Da anni lavoriamo a stretto contatto con le aziende italiane, per sensibilizzarle sui rischi dell’utilizzo del software contraffatto e, in occasione dell’edizione 2013 del Play It Safe tramite il rinnovato sito web, mettiamo a disposizione delle aziende e degli utenti finali una serie di strumenti e di ricerche per sensibilizzare l’importanza dell’utilizzo di software genuino, sia esso in modalità licenza o in modalità cloud, ricordando che l’apparente risparmio originato dall’utilizzo di software pirata può essere completamente annullato da una singola violazione della protezione del network aziendale o da una singola perdita dei dati presenti sul PC personale”, ha concluso Matteo Mille.

 

Microsoft Italia ha creato nel tempo svariate iniziative di educazione e sensibilizzazione mirate alla promozione del rispetto della proprietà intellettuale in scuole, aziende, rivenditori e verso gli utenti finali, in collaborazione con BSA – Business Software Alliance Sono inoltre attive da ormai molti anni diverse collaborazioni con le autorità competenti (Guardia di Finanza, Dogane, Polizia postale, solo per citarne alcune) e investigazioni sul territorio con campagne di Mistery Shopping, come quelle attualmente in corso nelle Marche, in cui incaricati Microsoft si recano presso i rivenditori verificando la conformità alle norme di legge ed alle norme contrattuali all’atto di vendita.

 

Microsoft invita a visitare il sito www.microsoft.com/security per verificare che i software di cui dispongono siano autentici e che il proprio computer non sia infettato.

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