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Apple: per gli analisti non centrerà gli obiettivi. Pronta la svolta low-cost?

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Le vendite di Apple per il trimestre fiscale in corso potrebbero non centrare le previsioni della società e neanche quelle degli analisti. Secondo l’analista Citigroup Glen Yeung, la perdita di quote di mercato sia nel settore smartphone che in quello tablet potrebbe incidere negativamente sui ricavi: la banca americana ha quindi tagliato le stime del 3,7% e prevede un risultato di 40,4 miliardi di dollari.

Il primo trimestre 2013 (chiuso il 29 dicembre 2012), si è chiuso con un fatturato di 54,5 miliardi di dollari – pari a 4,2 miliardi di dollari a settimana – e utile netto di 13,1 miliardi di dollari, pari a 13,81 dollari per azione diluita.

La società, alla presentazione dei risultati, ha tuttavia previsto una netta frenata sia del fatturato – stimato in una forchetta tra 41 e 43 miliardi di dollari – che del margine lordo, che dovrebbe attestarsi tra il 37,5% e il 38,5% con spese operative fra 3,8 e 3,9 miliardi di dollari.

La previsione media degli analisti si attesta a 42,9 miliardi.

 

Yeung ha abbassato le proiezioni sulle vendite e gli utili fino al 2015 e tagliato la valutazione sul titolo di 20 dollari per azione, a 480 dollari. l’analista Citigroup è tra gli 11 che hanno mantenuto il rating ‘hold’ sul titolo. Cinquanta consigliano di comprare l’azione e tre consigliano di vendere.

 

Quale che siano i risultati trimestrali, una cosa sembra certa: anche Apple fa i conti con la crisi e, a quanto pare, è pronta a voltare pagina, con un iPhone low-cost che potrebbe arrivare sul mercato entro quest’anno a un prezzo tra 200 e 300 dollari.

Un’esigenza, quella di entrare nel mercato dei dispositivi a basso prezzo, che è stata più volte sottolineata da investitori e analisti alla luce della certezza che la crescita del mercato smartphone nei prossimi anni sarà trainata dai mercati emergenti, dove la concorrenza nel settore low-cost è alta.

Apple, nonostante una prima smentita, non ha molta scelta: non può più esimersi – come era nella filosofia di Steve Jobs – dal considerare di produrre uno smartphone adatto alle esigenze dei consumatori dei mercati emergenti, che generanno quest’anno ricavi stimati per 135 miliardi di dollari, se non vuole cedere ulteriore terreno a Samsung, che dispone di una gamma di modelli che copre tutte le fasce di prezzo e potrà quindi avvantaggiarsi di questa crescita.

 

Secondo ABI Research, da qui al prossimo anno gli smartphone rappresenteranno il 50% dei cellulari venduti nel mondo, per toccare la soglia del 69% tra 5 anni. Vendite che si concentreranno nei Paesi Bric (Brasile, Russia, India, Indonesia e Cina) che rappresenteranno per il 70-80% all’aumento delle vendite degli smartphone.

In Cina, ad esempio, le vendite cresceranno quest’anno del 29% a 240 milioni di unità.

 

Non a caso il Ceo di Apple, Tim Cook, ha sottolineato di contare molto sulla crescita di questo mercato, che diventerà presto il primo, dopo gli Usa, in termini di vendite di iPhone.

Quando si tratta di mercati emergenti, tuttavia, ABI ritiene che a farla da padrone saranno i modelli low-cost. Proprio per questo, Apple non può più rimandare la svolta.

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