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Brevetti: Samsung l’azienda che ha depositato più domande in Europa. Nessuna italiana nella top 50

Europa


Il numero di brevetti depositati in Europa ha raggiunto un livello record nel 2012, polverizzando il precedente primato risalente al 2008. Lo rivelano i dati dell’Ufficio brevetti europeo, secondo cui in totale sono state registrate 257.744 domande, in aumento del 5,2% rispetto al 2011.

 

Oltre un terzo delle richieste (36,5%), arriva dai paesi europei, mentre il 63,5% proviene dall’estero.

Il numero di richieste provenienti dall’Europa è cresciuto del 2,3% rispetto al 2011, un “segnale importante del fatto che le imprese europee puntano sull’innovazione per uscire dalla crisi” per il presidente dello European Patent Office, Benoît Battistelli.

 

Il 24% delle richieste arriva dagli Usa, seguiti dal Giappone (20,1%), dalla Germania (13,3%), dalla Cina (7,3%) e dalla Corea (5,6%).

I paesi europei più dinamici dietro la Germania sono la Francia (4,7%), la Svizzera (3,2%), il Regno Unito (2,6%) e i Paesi Bassi (2,5%).

 

Le imprese europee si sono classificate tra le prime in 8 dei 10 settori tecnologici più importanti, in particolare nel settore dei trasporti (automobile e aereonautico).

 

Le aziende americane e asiatiche dominano invece nettamente i settori dell’informatica e delle tecnologie ICT. La comunicazione digitale, con una crescita del 20%, ha registrato la crescita più forte tra i settori tecnologici: motori di questa tendenza, le società cinesi e coreane. La comunicazione digitale rappresenta il 42% delle domande di brevetto provenienti dalla Cina.

 

L’Italia, con 4.735 richieste segna un calo del 3,4% rispetto al 2011 e nessuna azienda italiana è presente nella top 50, dominata dalla coreana Samsung che ha presentato la bellezza di 2.289 richieste.

 

Una frenesia che si spiega prima di tutto perchè la società è presente in svariati settori (dalla telefonia alle lavatrici, dai climatizzatori agli aspirapolvere) ma anche perchè la società deve difendersi dall’assalto dei concorrenti (vedi Apple) in tribunale: lo scorso anno, la società è stata condannata a pagare ad Apple un risarcimento da 1,05 miliardi di dollari (poi dimezzato) per violazione di brevetto.

I brevetti diventano quindi un’arma di dissuasione di fronte alla crescente concorrenza soprattutto nei settori degli smartphone e dei tablet.

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