Pierluigi Bersani e Beppe Grillo, per gli osservatori esteri un’alleanza che minaccia Mediaset

di Raffaella Natale |

Per il quotidiano finanziario francese Les Echos, un’alleanza tra M5S e PD potrebbe costringere Silvio Berlusconi a scegliere tra la politica e ‘il suo impero mediatico’.

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Mediaset

L’Italia è nel guado. Pierluigi Bersani, a capo di un’esigua maggioranza, dovrebbe formare il prossimo governo, ci riuscirà? Troppi dubbi. Tante incertezze. Il mondo ci guarda attento e nessuno sa prevedere in che direzione andremo.

Ma oltralpe di una cosa sono certi: Beppe Grillo e Bersani insieme rappresenterebbero una seria minaccia per Mediaset.

Les Echos dedica un ampio servizio alla questione mentre oggi Beppe Grillo sul suo blog tuonava contro la Rai: “E’ indispensabile creare una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità. Le due rimanenti possono essere vendute al mercato”.

 

Sicuramente nelle due ipotesi, alleanza Bersani-Grillo, sebbene poco realistica, o Movimento 5 Stelle per conto suo, qualcosa nel panorama televisivo cambierà.

 

Les Echos ritiene che un’alleanza tra M5S e PD “potrebbe aprire la via all’adozione di una severa legge sul conflitto d’interesse e costringere Silvio Berlusconi a scegliere tra politica e mantenimento del suo vasto impero mediatico”.

Nata con l’avvento della Tv commerciale negli anni ’80, Mediaset è divenuto uno dei maggiori broadcaster d’Europa, potendo contare su un contesto “tollerante in materia di monopoli” e su una “regolamentazione favorevole“.

 

Il Pd in campagna elettorale ha promesso una legge sul conflitto d’interesse, come sempre. Ancora non sappiamo se Bersani sarà in condizione di formare un governo e convincere Grillo a sostenerlo. In ogni caso, quest’ultimo ha assicurato che “libererà l’Italia dai monopoli”, citando i media come un settore che dovrà aprirsi alla concorrenza.

Les Echos scrive che anche Bersani ha parlato di “profonda riorganizzazione del settore delle telecomunicazioni“. Il quotidiano francese ha poi citato l’analista Claudio Aspesi, secondo il quale: “Se il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle si uniranno in un’alleanza, Mediaset sarebbe sicuramente una potenziale vittima”.

 

Dopo le elezioni, il titolo di Mediaset ha perso l’11% del suo valore, mentre l’indice FTSE Mib cedeva il 2%, e la società ha una capitalizzazione di mercato di 1,8 miliardi di euro circa.

 

La società televisiva assorbe oltre il 60% della pubblicità televisiva. “Il fatto che questo impero appartenga a Silvio Berlusconi è da tempo considerato come un’anomalia che, secondo i detrattori del Cavaliere,  spiegherebbe in gran parte il suo dominio sulla scena politica italiana da 20 anni”.

A 76 anni, Silvio Berlusconi controlla un vasto impero finanziario che comprende la squadra di calcio del Milan, la prima casa editoriale italiana Mondadori e il broadcaster spagnolo Mediaset Espana”.

 

Sempre secondo Les Echos, “eventuali problemi politici potrebbero aggiungersi alle difficoltà economiche che Mediaset conosce già“, visto che lo scorso anno ha registrato la sua prima perdita della storia e chiuderà in rosso anche il 2013, per via della crisi economica italiana che pesa sulla raccolta pubblicitaria, ma anche della forte concorrenza di Sky Italia e di grandi attori d’internet come Google.

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