Mercato tlc: le telco Ue ‘vogliono fare le americane’. L’attuale modello non è più sostenibile

di Alessandra Talarico |

Un piano tariffario mobile con 400 minuti di chiamate e 2Gb di dati al mese in Italia viene offerto da 3 al prezzo di 10 euro al mese. Negli Usa, Sprint Nextel lo fa pagare 35 dollari. Questo perchè negli usa ci sono 4 operatori, nella Ue 100.

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Solo la creazione di un vero mercato unico digitale – con un solo regolatore e un uso armonizzato delle frequenze – l’Europa potrà tornare a essere leader dell’innovazione nell’ambito delle tecnologie mobili.

È quanto ripetono ormai da un po’ di tempo gli operatori mobili europei che, anche nel corso di un recente incontro a porte chiuse con le autorità europee, hanno ribadito che l’attuale patchwork di norme ha creato una situazione insostenibile dal punto di vista finanziario. Il mercato – al terzo anno consecutivo di chiusura in negativo – rischia il collasso nonostante l’uso sempre più massiccio dei servizi da parte dei consumatori, stimolato da politiche che hanno fin qui privilegiato la discesa dei prezzi ai consumatori a scapito dei margini delle telco, le quali, però, devono sostenere ingenti investimenti per realizzare le nuove reti e continuare a sostenere la domanda di servizi internet fissi e mobili.

 

A differenza di quanto avviene, ad esempio, negli Usa e in Cina, in Europa convivono circa un centinaio di operatori (controllati da una quarantina di società) che si contendono una popolazione di circa 500 milioni di perone.

Negli Usa, invece, due operatori – Verizon Wireless e AT&T – si contendono il grosso dei clienti e dei profitti: una situazione che, certo, non è molto vantaggiosa per gli utenti in termini di costi dei servizi, ma fa sì che gli operatori possano ora investire adeguatamente per migliorare la qualità e la copertura delle reti.

 

Per fare un confronto, un piano tariffario mobile comprensivo di 400 minuti di chiamate e 2Gb di dati al mese, in Italia viene offerto da 3 al prezzo di 10 euro al mese. Negli Usa, Sprint Nextel lo fa pagare 35 dollari.

 

In generale, calcola Vincent Brunet di France Telecom, i costi dei servizi mobili in Europa sono dal 50 al 75% più economici che negli Usa e questo modello “non è più sostenibile” se si pretende anche che gli operatori investano nelle nuove reti.

In Francia, l’ingresso sul mercato del quarto operatore mobile ha creato un vero e proprio terremoto nelle tariffe: Free offre un piano da 20 euro al mese comprensivo di chiamate illimitate e 3Gb di traffico dati. Grazie a questa tariffa ha guadagnato 5,2 milioni di clienti in un anno, mettendo in crisi gli altri operatori che hanno dovuto adeguare le loro offerte.

E così, mentre il traffico dati è cresciuto del 72% spinto dalla convenienza dei prezzi, i ricavi degli operatori sono andati giù.

 

Secondo i dati raccolti da Bernstein Research il ricavo medio mensile legato al traffico dati in Europa negli ultimi 4 anni è sceso del 9% a circa 25,5 euro al mese, mentre nello stesso arco di tempo, negli Usa è cresciuto del 19% a 49 dollari (poco meno di 38 euro).

 

Alcuni osservatori ritengono tuttavia che gli Usa potrebbero diventare più ‘europei’ negli anni a venire, quando la diffusione di uno standard unico per i servizi di quarta generazione permetterà agli utenti di cambiare operatore più facilmente.

In Europa, invece, gli operatori vorrebbero che i regolatori pensassero più ‘all’americana’, favorendo la concentrazione del mercato e permettendo la riduzione degli operatori all’interno dei singoli Paesi.

Un approccio che, al momento, sembra aver registrato timidi segnali di accoglimento da parte di Bruxelles, con il commissario antitrust Joaquin Almunia che si è detto favorevole a una maggiore concentrazione a patto che questo non avvenga a scapito dei consumatori (Leggi articolo Key4biz).

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