Tutti pazzi per La7, sul tavolo anche l’offerta dell’editore Guido Veneziani

di Raffaella Natale |

In tarda serata sul tavolo di Telecom Italia è giunta anche una proposta migliorativa da parte di Clessidra sebbene fosse stata smentita.

Italia


Guido Veneziani

Clessidra ha presentato nella tarda serata di ieri un’offerta migliorativa per rilevare l’intero perimetro di TI Media: La7, Mt e i 3 multiplex per il digitale terrestre di TIMB. L’offerta iniziale era di circa 350 milioni di euro, ancora non si conosce la nuova.

Ma ieri a sorpresa sul tavolo di TI Media è giunta un’altra offerta per La7, quella di Guido Veneziani, editore di diverse riviste tra le quali Stop e Visto.

A differenza di Cairo, Veneziani intende rilevare anche il 51% di MTV, per la quale offrirebbe 20 milioni di euro.

Dall’altra parte si parla anche di una proposta da parte di Viacom, che possiede il restante 49% dell’emittente musicale, a cedere la propria parte a un prezzo molto vantaggioso.

 

Ricordiamo che Veneziani ha lanciato a giugno un nuovo canale sul digitale terrestre, Vero Tv , diretto da Maurizio Costanzo, con cui il gruppo GVE ha fatto il proprio ingresso nel panorama televisivo italiano.

Nell’occasione Veneziani aveva dichiarato: “Si tratta di un palinsesto fresco e semplice che si rivolge non solo a tutte le nostre lettrici, ma anche a quelle dei grandi canali generalisti, con i quali ci sentiamo in diretta concorrenza”.

Da lì a La7 il passo è stato breve. Resta da vedere se la spunterà.

 

Intanto il fondo di private equity di Claudio Sposito non intende mollare, sebbene un insider di Telecom Italia ieri avesse negato la nuova proposta. E in un secondo momento potrebbe rientrare, stavolta accanto a Clessidra, anche il patron della Tod’s Diego Della Valle, che aveva fatto un’offerta per l’emittente televisiva, respinta perché fuori tempo massimo.

Della Valle sarebbe sempre interessato alla sola televisione, mentre a Clessidra andrebbero i mux.

 

Secondo indiscrezioni, Tarak Ben Ammar, l’imprenditore franco-tunisino che siede nel Cda di Telecom, sarebbe a favore di Clessidra, mentre il presidente Franco Bernabè insisterebbe per chiudere l’operazione con Cairo Communication con il quale continuano le trattative per la definizione degli ultimi dettagli.

 

Qualcuno aveva detto che dietro Urbano Cairo ci fosse la mano di Silvio Berlusconi, per via del passato dell’imprenditore piemontese in Publitalia, arrivando addirittura a ipotizzare un conflitto d’interesse. Anche Pierluigi Bersani era sceso in campo.

Questo qualcuno però forse non conosce la battaglia in atto tra le riviste di Cairo e quelle di Mondadori. Una battaglia senza esclusione di colpi, anche giudiziari, che ha travolto pure il programma Mediaset ‘Le Iene’.

 

Sebbene l’offerta di Clessidra fosse economicamente migliore, il Cda del 18 febbraio ha ritenuto quella di Urbano Cairo in linea con l’interesse di Telecom che vuole dismettere la Tv, considerata ormai un asset no core e tenere i mux (Leggi Articolo Key4biz).

Su questi ultimi, ha spiegato Franco Bernabè, “abbiamo investito 350 milioni. Se nel 2015 verranno assegnate alla telefonia, che ne ha bisogno crescente, è verosimile pensare che lo Stato dovrà riconoscerci almeno quanto da noi speso. Nel 2011, per frequenze meno ‘pregiate’, ha incassato 3,5 miliardi”.

 

Intanto proseguono gli incontri tra gli advisor di Telecom e Cairo per sciogliere alcuni nodi. Resta da definire la penale che società reclama dal venditore nel caso in cui l’Agcom non confermasse il tasto 7 del telecomando a La7. Si parla di 20 milioni di euro.

Ma ci sono anche le penali a carico di Cairo se non fossero rispettate alcune condizioni: il vincolo a non cedere l’emittente televisiva per almeno 18 mesi, i vincoli alla destinazione della “dote” che sarebbe corrisposta da TI Media in termini di aumento di capitale (95 milioni), oltre all’abbuono di 63 milioni di debiti infragruppo.

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