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Privacy. Fipe ribadisce: ‘Wi-Fi libero nei pubblici esercizi’

Italia


La pubblicazione della risposta fornita dall’Autorità garante della Protezione dei dati personali a Fipe-Confcommercio sulla liberalizzazione del Wi-Fi nei pubblici esercizi accende la diatriba.

 

Oggetto del contendere è il rischio di condanna dell’esercente che non identifica i fruitori del wi-fi e non registra la loro navigazione per reati eventualmente commessi con tali mezzi  dai clienti.

 

La risposta del Garante ribadisce che dal 2011 è venuta meno l’obbligatorietà da parte degli esercenti di monitorare e archiviare i dati relativi alla navigazione in Internet degli avventori. Inoltre in tema di reati non è previsto alcun tipo di responsabilità oggettiva e ciò è confermato anche dall’assenza di qualsiasi condanna per tali fatti.

 

Se l’esercente ritiene, comunque, di intercettare  i clienti che si collegano, deve richiedere loro il consenso esplicito al trattamento dei dati, in assenza del quale rischia una sicura  sanzione amministrativa  nella misura compresa fra seimila e 36 mila euro.

Gli esercenti che ancora dispongono di strumenti per il monitoraggio e l’archiviazione dei dati possono quindi, in questo momento di crisi, risparmiare su questi costi, come d’altro canto avviene in altri paesi dell’  Europa.

 

“È assurdo – fa notare il presidente Fipe, Lino Stoppaniche dopo il parere dell’Authority vi siano ancora dei dubbi interpretativi sulla liberalizzazione del sistema wi-fi che va verso la realizzazione delle smart city”.

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