Pirateria e industria discografica: Google Italia ed Enzo Mazza (FIMI) scrivono a Key4biz

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Perché i link ai siti pirata continuano ad apparire in cima ai risultati di ricerca su Google?

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In un articolo pubblicato ieri 21 febbraio su Key4biz (Pirateria, l’industria discografica mette Google all’angolo: ‘Siti illegali ancora in cima alle ricerche’) abbiamo parlato del Report della RIAA (Recording Industry Association of America) nel quale l’associazione, che rappresenta l’industria discografica americana, accusa Google di non fare abbastanza, per evitare che i link ai siti pirata compaiono ai primi posti nei risultati di ricerca del suo motore.

 

Abbiamo ricevuto da Google Italia la dichiarazione che riportiamo di seguito:

“Abbiamo investito molto in strumenti per la tutela del diritto d’autore a favore dei proprietari di contenuti e le notifiche di rimozione vengono processate più rapidamente di quanto sia mai successo. Nell’ultimo mese abbiamo ricevuto oltre 14 milioni di richieste di rimozione per violazione di copyright da Google Search e ne abbiamo rimosse tempestivamente più del 97% dai risultati di ricerca. Inoltre, il numero crescente di partnership e di accordi di distribuzione di Google con l’industria dei contenuti va a beneficio sia dei creatori di contenuti sia dei fruitori e genera centinaia di milioni di dollari per l’industria ogni anno”.

 

Anche Enzo Mazza, presidente FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), ha scritto a Key4biz, precisando: “I dati raccolti da RIAA mostrano senza dubbio una certa inefficacia dell’iniziativa presentata da Google. Non vi sono alternative a un’azione più incisiva che deve mettere ai margini le piattaforme illegali. Non è accettabile un sistema di search che, di fatto, mette sempre e comunque ai primi posti solo i siti illegali a scapito dell’offerta legittima da parte d’importanti player partner dell’industria musicale”.

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