La7: timori dei sindacati, ma TI Media brilla a Piazza Affari

di Raffaella Natale |

Al momento a La7 lavorano 477 persone. Per i sindacati tagli inevitabili, ma in che misura?

Italia


Enrico Mentana

TI Media, in controtendenza rispetto al mercato, procede anche oggi nella sua corsa a Piazza Affari dove in serata registrava un aumento del 7,08% a 0,18 euro.

A far bene al titolo le indiscrezioni secondo le quali, nell’ambito della cessione dell’emittente televisiva La7 a Cairo Communication, la casa madre Telecom Italia rinuncerà ai crediti vantati nei confronti di TI Media che a fine anno erano pari a circa 260 milioni, praticamente tutto il debito della holding.

 

La7 passerebbe, quindi, a Cairo per il valore simbolico di un euro, come scrive il Sole24Ore, spiegando che l’emittente sarebbe, di fatto, consegnata ripulita dalle perdite e presumibilmente anche da debiti. Lo schema dell’operazione sarà presentato il 4 marzo, in occasione del prossimo Cda.

 

I sindacati, che ieri hanno incontrato i rappresentanti di TI Media e anche di Telecom, chiedono più visibilità nella trattativa e temono che Cairo voglia portare a La7 un modello editoriale che tagli i costi fissi del lavoro e punti sul precariato per ottenere la parità di bilancio.

Ma ad oggi, un piano industriale targato Cairo non c’è e il negoziato che dovrebbe portare entro la fine del mese a un contratto preliminare con l’editore si concentra sulla parte finanziaria.

 

Nell’incontro con le organizzazioni sindacali, finito in serata, è stato fatto il punto sui conti e sui livelli di indebitamento del gruppo. Un’analisi della trattativa, senza dettagli sui numeri, che ha evidenziato come gli aspetti cruciali siano il costo dell’affitto dei multiplex per il digitale terrestre (in capo a TIMB rimasta sotto il controllo di TI Media) e i costi del lavoro.

Per i sindacati, devono essere garantiti i livelli occupazionali atti ad assicurare le possibilità di sviluppo, mantenendo l’attuale qualità dei palinsesti, e preservando il pluralismo culturale ed informativo che oggi rappresenta LA7.

E rammentano a tutti i soggetti in campo gli impegni già assunti e sottoscritti da Telecom Italia lo scorso 20 luglio 2012: “Il suddetto processo di vendita abbia le caratteristiche industriali ed economiche per realizzare gli investimenti necessari a confermare e sviluppare le attività televisive”.

Diversamente da quanto convenuto, hanno detto i sindacati, si attiveranno immediatamente con forti iniziative di lotta e mobilitazione.

 

Attualmente a La7 lavorano 477 persone, compresi i giornalisti, e si teme che un taglio sia inevitabile anche se non risulta chiaro di quanti dipendenti si farà carico la nuova proprietà, seppure in precedenza Cairo avesse detto che avrebbe tenuto tutti (Leggi Articolo Key4biz).

 

Stando alle ultime voci, pare che l’imprenditore piemontese intenda intervenire soprattutto sul palinsesto serale di La7, caratterizzato dai programmi degli anchorman di punta, da Enrico Mentana a Michele Santoro, Lilli Gruber, Gad Lerner. Chi rischia?

 

“Cairo sarebbe autolesionista se cambiasse la natura editoriale de La7“, ha commentato Lerner in un’intervista e ritiene possibile che Diego Della Valle, la cui offerta è stata scartata perché fuori tempo massimo, possa entrare in gioco in un secondo momento insieme ad altri investitori, come anche che alcuni professionisti della Tv facciano il loro ingresso nell’azionariato.

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