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La7: Telecom Italia punta su Cairo. Il Cdr sul piede di guerra, ma Franco Bernabè assicura ‘Sarà garantita l’indipendenza’

Italia


Se fosse stata una partita di calcio tra il Torino e la Fiorentina, sarebbe finita 1 a 0: il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha infatti dato il via libera alla negoziazione in esclusiva con Cairo Communication per la cessione dell’intera partecipazione in La7 con l’esclusione della quota di MTV Italia (51%) detenuta dalla stessa La7 e dei multiplex per la trasmissione in digitale detenuti da Telecom Italia Media. Il Cda non ha invece discusso l’offerta arrivata sabato del patron della Tod’s e della Fiorentina  Diego Della Valle, arrivata fuori tempo massimo e giudicata inoltre troppo generica per fermare l’analisi delle altre offerte che sarebbero scadute oggi. Della Valle potrebbe ‘tornare in partita’, solo se le trattative con Cairo dovesse fallire o stringendo un accordo con l’editore

 

L’offerta di Cairo, ritenuta in un primo momento inaccettabile perchè poco vantaggiosa economicamente sarebbe stata migliorata: la ‘dote’ richiesta per accollarsi l’emittente sarebbe scesa da 150 milioni a circa 90 milioni e decisiva è stata anche la possibilità, per Telecom Italia Media, di mantenere i mux.

 

Una decisione, questa, che non è affatto piaciuta al Cdr de La7, che ha ribattuto alle affermazioni di Tarak Ben Ammar, consigliere di amministrazione di Telecom in rappresentanza dell’azionista Mediobanca, che ieri aveva sottolineato che “Il messaggio che abbiamo voluto dare è che la politica non entra nel cda di Telecom perché abbiamo preso una decisione prima delle elezioni nel solo interesse dell’azienda”.

 

Secondo Stefano Ferrante del Cdr di La7, invece, la politica è entrata e come nell’affaire: “Sulla vendita de La7 si è consumata una partita tutta politica che non ha a che vedere con il debito di Telecom, ma che si è svolta su un asset strategico dal punto di vista politico più che industriale. Una partita che c’era fretta di chiudere prima delle elezioni”, ha affermato, sottolineando quindi che con la separazione dalle frequenze e con il distacco da Mtv “vengono recisi dei legami industriali, strutturali e commerciali che facevano sì che La7 potesse essere un’alternativa reale al duopolio. Così La7 diventa un vagone di un treno che viene staccato e affidato al suo concessionario pubblicitario che aveva già un contratto vantaggiosissimo e in questo caso diventerebbe lui stesso editore”.

 

A placare questi timori è intervenuto il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè che a margine di un incontro col presidente della commissione Ue, Jose Manuel Barroso, ha ribadito che l’accordo garantisce il pluralismo.

Urbano Cairo, ha detto Bernabè “è un editore puro, garantisce l’indipendenza della linea editoriale che ha assicurato il successo de La7 in questi anni”.

Cairo, ha aggiunto “ha capacità, iniziativa, ha scommesso su un progetto molto ambizioso per il quale ha uno strumento molto importante, la concessione pubblicitaria, e credo che la scommessa sia destinata ad essere vinta”.

“Ora – ha proseguito – bisogna definire le ultime condizioni e chiudere rapidamente; parliamo di settimane. Non ci può essere incertezza nella gestione di un settore delicato come la televisione. Auspichiamo di concludere in un paio di settimane, siamo già a livelli avanzati”.

Telecom Italia intende deliberare la vendita al prossimo cda di TI Media previsto per il 4 marzo.

La Borsa, intanto, ha reagito con un doppio registro: Telecom Italia Media ha aperto in calo del 7,58% e ha chiuso ain forte perdita (arrivando a toccare -9,07%), mentre Cairo Communications apre a +6,67% e sfiora il +12%. 

 

L’offerta di Urbano Cairo – presidente del Torino Calcio – è stata preferita a quella del fondo Clessidra di Claudio Sposito che mirava ad acquisire sia i due canali televisivi sia i multiplex mettendo sul piatto 300-350 milioni di euro.

La decisione, da quanto si apprende, non sarebbe stata presa all’unanimità.

  

Diego Della Valle, dal canto suo, ha commentato con un laconico “Prendiamo atto della decisione del cda di Telecom”.

“Volevamo tentare di costruire un modello nuovo di società di media”, ha aggiunto, “che coinvolgesse un gruppo di investitori italiani, professionisti che lavorano attualmente a La7 ed altri che sarebbero arrivati, per cercare di sviluppare ancora con più determinazione un polo televisivo coerente con i principi di salvaguardia dell’indipendenza dell’informazione”.

“Ci auguriamo – ha concluso – che questo avvenga comunque, il Paese ne ha sicuramente bisogno”.

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