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Pubblicità, il mercato crolla del 14%. Non era così da 20 anni

Italia


Per la pubblicità è crisi nera. Secondo Nielsen, si chiude il peggior anno degli ultimi 20 con una performance negativa del -14,3%, scendendo per la prima volta dal 2003 sotto la soglia degli 8 miliardi di euro a prezzi correnti. In termini reali vale a dire che, al netto dell’inflazione (ISTAT), si torna addirittura a livelli del 1991; questo fa quindi pensare a un cambio strutturale e non congiunturale nella sua composizione.

“Quello che possiamo dire – ha commentato Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director di Nielsen – è che a gennaio 2013 non ci sarà un cambiamento del trend del mercato pubblicitario rispetto agli ultimi sei mesi del 2012″.

In termini di mezzi, ad eccezione d’internet, il calo è trasversale a tutti quelli rilevati da Nielsen. Anche per il web, che chiude con il +5,3%, l’ultimo scorcio del 2012 è stato molto difficile. In termini di settori il taglio dei budget pubblicitari ha coinvolto quasi tutte le industry. Tra le poche eccezioni turismo/viaggi (+5,1%), trascinata dall’apertura alla concorrenza nel mercato pubblicitario e alla competizione aereo/treno sulla tratta Roma Milano. Evidentemente questo risultato non riesce a compensare la contrazione di settori molto più rilevanti in termini di spesa quali alimentari, telecomunicazioni (-18%), automotive.

 

In termini di mercato pubblicitario, i Quotidiani perdono 17,6%, i Periodici -18,4%, la Tv -15,3%, la Radio -10,2%, il Cinema il -18,7

 

Una nota positiva per il mondo della comunicazione aziendale è la sostanziale tenuta del numero degli inserzionisti in Italia, rispetto al crollo del mercato (-2,4% nel complesso, -0,4% sulla Tv e + 20% su Internet). Se da una parte questo fenomeno segnala un calo del prezzo medio dell’advertising, dall’altro è indice di una fiducia da parte delle azienda nella leva della comunicazione, nonostante il periodo economico difficile. (r.n.)

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