Apple non è ‘taccagna’: Tim Cook difende l’azienda dalle accuse degli investitori

di Alessandra Talarico |

Secondo David Einhorn di Greenlight, che ha fatto causa all’azienda per ottenere la condivisione con gli investitori di parte dei 137 miliardi di dollari di cassa, Apple non sa spendere i propri soldi, proprio come un’anziana un po’ taccagna.

Stati Uniti


Tim Cook

Il Ceo di Apple Tim Cook si è difeso dalle accuse mosse dal fondatore e presidente di Greenlight, David Einhorn, secondo cui l’azienda non sa spendere i propri soldi, proprio come un’anziana un po’ taccagna.

Einhorn ha fatto causa all’azienda per ottenere la condivisione con gli investitori di parte del consistente gruzzolo accumulato dall’azienda, pari a circa 137 miliardi di dollari in contanti e titoli negoziabili e ha proposto l’emissione di azioni privilegiate “perpetue” che potrebbero portare ad un rendimento del 4%, superiore a quello dei dividendi o del riacquisto di azioni.

 

Intervenendo alla Goldman Sachs Technology and Internet Conference a San Francisco, Cook ha affermato che l’azienda sta valutando la proposta ma che non è affatto bloccata in una mentalità da ‘era della depressione’, come ha accusato Einhorn, che sta tentando di convincere gli azionisti Apple a votare, il prossimo 27 febbraio, contro la famigerata ‘proposta 2‘, che eliminerebbe dallo statuto la possibilità di emettere azioni privilegiate, limitando in tal modo la “possibilità di liberare valore nel bilancio della società”.

Questo tentativo di boicottaggio, secondo Cook, “è uno spreco di soldi degli azionisti e una distrazione e non è un problema fondamentale per Apple. Detto questo, io sostengo la Prop 2 e personalmente la voterò”.

Il conflitto su questa proposta, ha detto ancora, “è uno spettacolo insensato” ed è “bizzarro che ci venga fatta causa per qualcosa che invece è positivo per gli azionisti”.

Secondo Apple, infatti, questo cambiamento non preclude la possibilità di emettere azioni privilegiate in futuro e per questo Cook chiede agli azionisti di votare a favore.

A sostegno della misura anche l’influente società di consulenza Glass Lewis, ISS e il California Public Employees Retirement System, il principale fondo pensioni statunitense.

 

A marzo dello scorso anno, Apple ha annunciato un dividendo trimestrale in contanti e un riacquisto di azioni per complessivi 45 miliardi dollari in tre anni. A quel tempo, la liquidità si attestava a 98 miliardi dollari. Finora ha restituito circa 10 miliardi di dollari, ma gli investitori vogliono di più.

 

Pressata, poi, dalla necessità di dover dimostrare agli investitori la propria capacità di sfornare nuovi prodotti, Apple ha infine fatto trapelare qualche indiscrezione sul nuovo progetto in cantiere, già battezzato iWatch.

Sul nuovo ‘orologio smart’, riferisce Bloomberg citando fonti interne all’azienda, sarebbero a lavoro un centinaio di persone: particolare che fa pensare che l’orologio, dotato di sistema operativo iOs, sia qualcosa di più di un semplice ‘esperimento’, come riportato in precedenza.

 

Il mercato del wearable computing, nel quale lo smart watch andrebbe a infilarsi, dovrebbe arrivare a un valore di circa 1,5 miliardi di dollari il prossimo anno.

Con questo nuovo progetto la società intende dimostrare di essere in grado di concepire prodotti altrettanto rivoluzionari che l’iPhone e l’iPad, che hanno inaugurato una nuova era in fatto di tecnologie mobili, ma che ora – dato l’assolto di prodotti concorrenti e dal prezzo più accessibile – non possono più costituire una garanzia per il futuro.

 

Da settembre, le azioni della società di Cupertino hanno perso il 30% del loro valore – scivolando da 700 a 467 dollari – proprio per i timori legati alla sostenibilità del business, messo sotto forte pressione dalla concorrenza di società come Samsung.

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