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Eutelsat sempre più forte all’estero. Dopo l’Asia adesso punta all’America Latina

Europa


Eutelsat si allarga sui mercati esteri. L’operatore satellitare, finora presente soprattutto in Europa, Africa e Medio Oriente, copre ormai tutta l’Asia, l’Oceania e l’oceano Pacifico grazie all’acquisto a fine settembre del nuovo satellite (GE 23) e il lancio di un altro a novembre.

“Lavoriamo anche ad alcuni progetti in America latina”, ha dichiarato il CEO, Michel de Rosen che non pensa agli Stati Uniti, dove il potenziale di crescita è più debole.

“L’acquisto di GE 23 – ha aggiunto de Rosen – ci ha permesso di rivedere i nostri obiettivi di crescita del fatturato, del 5-6% per l’anno in corso e del 6-7% per i prossimi tre anni”.

 

La società, che ieri ha pubblicato i risultati semestrali, ha registrato una crescita del 5,2% delle entrate per 634 milioni di euro, per i primi sei mesi dell’esercizio fiscale che si chiuderà a giugno.

Gli ordini raggiungono i 5,4 miliardi, 4 volte di più le entrate dello scorso anno. L’Ebitda si attesta al 79,2% e dovrebbe rimanere stabile sul 77% fino al 2015. L’utile netto è di 178,9 milioni (+13,9%).

 

L’operatore satellitare, la cui quota di mercato arriva al 13-14%, deve il 70% delle entrate alle sue tecnologie di supporto all’offerta televisiva, in particolare l’alta definizione.

“Trasmettiamo 4.485 canali, di cui 400 in high definition, il doppio rispetto a due anni fa“, ha precisato Michel de Rosen.

 

Il passaggio all’alta definizione necessità più del doppio della capacità satellitare, apportando però entrate supplementari per Eutelsat. Altri settori in crescita sono il 3D e l’ultra alta definizione (4K) per Tv e cinema.

L’obiettivo – ha detto de Rosen – è di consentire alle 700 sale dotate di satellite di allargare la loro programmazione a spettacoli e concerti”.

 

Il potenziale di crescita è senza dubbio ancora più importante per quanto riguarda l’altra attività dell’operatore: banda larga e trasferimento dati (quasi il 20% delle revenue).

La società conta d’investire 500 milioni di euro l’anno fino al 2015, vale a dire il 40% del fatturato con il lancio di due satelliti l’anno.

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