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Telecom Italia. In vista del Cda, i piccoli azionisti suggeriscono di puntare su accordo con CDP

Italia


In vista del Cda di Telecom Italia di domani, che dovrà indicare le linee guida e operative per il triennio 2013-2015, i piccoli azionisti di Asati hanno inviato una lettera all’amministratore delegato, ai consiglieri e al collegio sindacale mettendo nero su bianco la loro vision su quali dovrebbero essere le azioni da intraprendere per salvaguardare il valore dell’azienda, principale operatore telefonico italiano.

 

Innanzitutto, l’associazione presieduta da Franco Lombardi si dice favorevole a un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti che, anzi, andrebbe realizzato con urgenza o attraverso “un aumento di capitale in Telecom Italia o tramite una società veicolo ad hoc sulla rete di accesso”.

Si potrebbe in tal modo accelerare verso la realizzazione degli obiettivi fissati dalla digital agenda europea.

A completamento di quanto ottenibile dall’accordo con la CDP, Asati auspica che alla prossima Assemblea venga approvato un aumento di capitale a cui aderisca anche la holding Telco – controllata da Telefonica, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali – e che, nel frattempo il Cda “provveda all’emissione delle 1.6 miliardi di azioni già decise nell’assemblea di aprile 2009″.

 

Dal punto di vista industriale, quindi, la società dovrebbe continuare l’opera di contrasto all’avanzata degli OTT attraverso l’offerta di nuove applicazioni e servizi che ne rafforzino il valore agli occhi dei clienti.

Va poi rivisto, suggerisce Asati, il sistema premiante dei dipendenti, così da allineare l’azienda a quanto fatto dagli altri operatori Ue, come DT e FT, i cui i dipendenti possiedono una percentuale di capitale della società compresa tra il 3-4% (e sono anche presenti negli organi sociali), contro solo lo 0.4% in Telecom Italia.

In sostanza, spiega Lombardi, corrispondendo il premio di risultato in azioni dell’azienda non cedibili per 4 anni, si potrebbe realizzare “una maggiore fidelizzazione del personale tutto, unica risorsa strategica in questo difficile momento, coeso nel raggiungimento degli  obbiettivi”.

Andrebbero altresì ridotte le retribuzioni del top management mentre andrebbero mantenuti i livelli di dividendo, anche se Asati si dice disponibile “ad una leggera revisione della misura solo se questa consentirà di finanziare investimenti mirati”.

 

Asati sottolinea infine l’opportunità di non procedere alla vendita di La7, ma di procedere piuttosto a un piano industriale “che contempli sviluppo e  contenimento delle perdite grazie in particolare alla messa in mora degli attuali contratti per la raccolta pubblicitaria che sono assolutamente fuori mercato e che rappresentano una delle  principali cause dei risultati negativi”.

 

In attesa del Cda di domani, intanto, la controllate brasiliana Tim Participacoes ha presentato i conti 2012, caratterizzati da performance positive: utile netto pari a 557 milioni di euro (+17,4%), ricavi pari 18,764 miliardi (+10%) e un margine operativo lordo pari a 5,052 miliardi (+8,5%). La società ha intatnto reso note le dimissioni dell’ad Andrea Mangoni, che saranno operative dal prossimo 4 marzo.

Mangoni era subentrato a Luca Luciani nella scorsa primavera e considera a questo punto “debitamente compiuto il compito che era stato assegnato a lui per guidare la transizione nella gestione della società”.

 

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