Stati Uniti
Qualcuno, probabilmente la Cina, ha dichiarato guerra agli Stati Uniti, cominciando a bombardare il suo cyber-space? Tutto è cominciato con l’attacco informatico sferrato al New York Times, subito dopo anche il Wall Street Journal e, a catena, la CNN, Twitter e il Washington Post (Leggi Articolo Key4biz). L’ultima notizia è che nel mirino degli hacker è finito anche il Dipartimento dell’Energia, che si occupa, pure, della sicurezza nucleare.
Dubbi? Per gli esperti, nessuno. Le modalità tecniche usate sono quelle del cyber army cinese. Il governo di Pechino, ovviamente, smentisce (Leggi Articolo Key4biz).
Il Dipartimento dell’Energia ha ammesso d’aver subito l’attacco nel gennaio scorso durante il quale sono stati sottratti i dati di tutti i dipendenti e dei subappaltanti, com’è poi risultato dalla pubblicazione di informazioni strettamente riservate in esclusivo possesso del ministero.
“I dipendenti – ha informato il Dipartimento – sono stati immediatamente allertati e aiutati a intervenire per scongiurare il rischio di un potenziale furto d’identità”.
Nessun commento, però, sull’origine dell’operazione sulla quale stanno indagando addetti interni e l’Fbi.
Forse questa la ragione che ha spinto il Dipartimento di Giustizia USA a quintuplicare il numero dei funzionari impegnati nella cyber-sicurezza, portandoli a 4.900, dagli attuali 900, nel giro di qualche anno (Leggi Articolo Key4biz).
In un Rapporto segreto, di cui il New York Times è venuto in possesso, si rileva che il presidente Barack Obama ha il potere legittimo di ordinare attacchi informatici preventivi in caso di minacce fondate provenienti dall’estero che si basano su prove concrete.
La Casa Bianca non ha confermato i dettagli di questo Rapporto, ma un insider ha indicato che il Presidente ha approvato un documento che stabilisce condizioni e modalità dei cyber-attack, nel rispetto della Costituzione americana e delle leggi internazionali.
Una fonte anonima ha spiegato al NYT che il cyber esercito è considerato una risorsa potente dagli autori del documento, oltre che una voce pesante sul bilancio della Difesa, che può entrare in azione solo dietro ordine degli alti funzionari del governo e nel caso in cui ci sia il rischio concreto di morti e danni significativi al sistema.
Finora, stando a informazioni ufficiali, Obama ha dato solo una volta l’OK a una serie di cyber-attacchi contro l’Iran e le sue centrali d’arricchimento d’uranio.
L’operazione, col nome in codice ‘Giochi olimpici‘, era stata avviata sotto l’amministrazione di George W. Bush ed è poi proseguita in maniera più incisiva (Leggi Articolo Key4biz).
“Gli attacchi contro l’Iran – scrive il New York Times – hanno mostrato che le infrastrutture critiche di un Paese possono essere distrutte senza bombardamenti e senza inviare sabotatori”.
Immaginate cosa potrebbe succedere se gli hacker attaccassero le infrastrutture critiche di uno Stato? Con poche mosse sulla tastiera di un pc, si ridurrebbe un Paese in ginocchio senza spargimenti di sangue, ma con danni economici irreversibili. Il rischio c’è, ma se ne parla troppo poco.
Domani a Milano
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Dalle ore 9.30, presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera, Via Balzan 3
La diretta streaming dell’evento sarà disponibile a questa pagina di Corriere.it