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Wi-Fi: gli Usa vogliono ‘super-rete’ pubblica. Ma è subito polemica tra telco e colossi hi-tech

Stati Uniti


L’idea del presidente della Federal Communications Commission americana Julius Genachowski, di realizzare una super rete Wi-Fi pubblica in tutta la nazione ha scatenato una guerra tra opposte fazioni: da un lato gli operatori wireless Usa, che ha lanciato un’intensa campagna di lobby per persuadere i politici a ripensarci; dall’altro, i giganti dell’hi-tech – Microsoft e Google tra gli altri – che hanno avviato un’azione di pressione altrettanto intensa in senso contrario, per convincere i decisori che l’iniziativa darebbe vita a un’esplosione di innovazione e dispositivi di cui beneficerebbero tutti gli americani, soprattutto i meno abbienti.

 

La nuova rete, sottolinea il Washington Post, sarebbe molto più potente degli attuali network utilizzati attualmente, disponibile in tutte le città e nella gran parte delle aree urbane e permetterebbe una serie di innovazioni come quelle scaturite dalla decisione, nel 1985, di rendere disponibile una porzione limitato di spettro, dal baby monitor ai microfoni senza fili passando agli apriporta col telecomando.

Ma non solo, se e quando verrà realizzata – ci vorrebbero anni dopo la sua eventuale approvazione –  potrebbe permettere ai cittadini di telefonare e navigare in internet senza per forza doversi abbonare ai servizi di un operatore.

 

“Liberare spettro senza licenza è un approccio di libero mercato che permetterà agli innovatori di sviluppare le tecnologie del futuro a vantaggio dei consumatori”, ha sottolineato secondo Genachowski.

Tra queste innovazioni, ad esempio, troverebbero spazio le comunicazioni tra le auto senza pilota o tra i dispositivi di eHealth nelle case dei pazienti e gli ospedali. E ancora, le scuole potrebbero essere connesse con costi minori, le amministrazioni locali potrebbero realizzare nuovi servizi per i turisti, e le aziende avvantaggiarsi delle connessioni ad alta velocità.

 

La proposta, che prevede comunque che le Tv cedano una parte del loro spettro al governo, è osteggiata dai Repubblicani, che vorrebbero invece mettere all’asta queste frequenze per incassare qualche miliardo di dollari.

E così la pensano anche le compagnie telefoniche – da AT&T a T-Mobile e Verizon Wireless – e altre aziende hi-tech come Intel e Qualcomm che in una lettera alla FCC spiegano che sarebbe meglio vendere queste risorse alle aziende, che potrebbero così rafforzare le reti mobili, piuttosto che realizzare una rete che potrebbe creare interferenze ai segnali televisivi e alle reti mobili.

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