Europa
Gli analisti sembrano concordare: il 2013 segnerà la ripartenza per il settore delle infrastrutture delle tlc, influenzato negativamente negli ultimi anni dalla crisi che ha spinto gli operatori a tirare la cinghia e dall’assalto dei vendor cinesi che ha innescato una forte concorrenza sui prezzi.
Il trend ‘beneaugurante’ ha preso il via con i risultati trimestrali di Ericsson che ha chiuso gli ultimi tre mesi dello scorso anno con un fatturato in crescita del 5% a 7,77 miliardi di euro. Il 2012, ha spiegato il Ceo del gruppo svedese, Hans Vestberg, è stato un anno molto contrastato: le vendite di servizi e soluzioni sono cresciute, mentre quelle di materiali sono diminuite. Queste ultime, tuttavia, nell’ultimo trimestre hanno registrato una crescita del 9%. Complessivamente, però, l’utile netto 2012 ha subìto un dimezzamento, attestandosi a 685 milioni di euro, mentre il margine operativo è passato dal 9,6% al 6,4%. Il fatturato è stato di 26,47 miliardi di euro.
La redditività, tuttavia, è diminuita anche in ragione degli investimenti in ricerca e sviluppo e per rafforzare il posizionamento nei segmenti del mercato considerati a maggiore crescita, come l’accesso radio dove la quota della società svedese è passata dal 32% al 38% in un anno.
La società si è inoltre concentrata sulla R&S mirata alla modernizzazione delle reti, per posizionarsi in vista della ripresa degli investimenti nel 4G che, unitamente alla ripresa della domanda di infrastrutture di rete negli Usa, in Cina e Brasile dovrebbe contribuire a risollevare le aziende del settore.
Anche NSN – joint venture tra Nokia e Siemens – ha registrato un miglioramento consistente registrando una crescita del fatturato del 5% a 4,99 miliardi di euro a fronte però di una drastica ristrutturazione che ha portato a prevedere 17.500 licenziamenti.
Sul versante cinese, invece, si registra la previsione di ritorno all’utile per ZTE – che ha vissuto un anno difficile con il primo ‘rosso’ da 17 a questa parte – e l’ulteriore crescita di Huawei che, se dovesse rispettare le previsioni di crescita (+10%) potrebbe soffiare la leadership a Ericsson. Il gruppo punta a rafforzarsi nell’area EMEA, che pesa di più rispetto alla Cina sul suo business, puntando sul 4G e scommettendo su una ripresa della congiuntura economica a partire dal secondo semestre.
Quanto ad Alcatel-Lucent, la società pubblicherà i risultati la prossima settimana, ma è in forte crisi d’identità e rischia di perdere il controllo dei brevetti, il cui valore si aggira intorno a 5 miliardi di euro, se non riuscirà a onorare il debito da 1,6 miliardi di euro contratto con Credit Suisse e Goldman Sachs. Il governo francese è pronto a intervenire per raddrizzare le sorti del gruppo e potrebbe acquisire, tramite France Telecom, gli asset sottomarini.
L’operazione apporterebbe nelle casse del vendor franco-americano una cifra tra 100 e 150 milioni, ma difficilmente potrà risolvere i problemi del gruppo che dal 2006 – anno della fusione tra Alcatel e Lucent – ha ‘bruciato’ 700 milioni di euro di liquidità all’anno, mettendo in dubbio la propria capacità di ripagare i debiti, molti dei quali in scadenza il prossimo anno.
Le principali società di ricerca sembrano comunque concordi nel sostenere che quest’anno sarà un anno di ripresa grazie agli investimenti nelle tecnologie mobili di nuova generazione: ne sono convinte sia Gartner – che prevede per il 2013 una crescita del 2,3% del mercato, a 79 miliardi di dollari, contro il calo del 6,6 dello scorso anno – che Infonetics Research, secondo cui la crescita sarà del 13%.
Più cauti, invece, gli analisti di JP Morgan che puntano su una crescita dello 0,3%.