Unione Europea
Google avrebbe presentato ieri all’ultimo momento, nell’ultimo giorno utile concesso dall’Antitrust Ue, le proprie proposte per chiudere il caso per sospetto abuso di posizione dominante sul mercato della web search.
La notizia sarebbe stata confermata dal Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, che non ha voluto commentare i dettagli dei remedies presentati dalla compagnia americana, informando solo che i servizi della Ue sono già al lavoro per esaminare i documenti. Adesso dovranno essere sentite tutte le parti coinvolte e le società che aveva depositato la denuncia.
Stando alle indiscrezioni riportate da AllThings, le contromisure di Google sarebbero molto simili a quelle accolte dall’Antitrust USA (Federal Trade Commission), che aveva aperto un dossier simile a quello europeo riguardante sempre il mercato dei motori di ricerca.
Un accordo, però, criticato da molti osservatori che lo hanno definito ‘troppo annacquato’.
Secondo una fonte, in quello presentato a Bruxelles non viene affrontata la questione dei brevetti mentre, a differenza di quello con la FTC, sono state probabilmente inserite delle istruzioni per migliorare i risultati di ricerca, etichettando in modo chiaro i propri servizi (l’aspetto più controverso del dossier).
Ma la cosa più importante di questa intesta è che, così come negli USA, Google non dovrà ammettere le proprie ‘colpe’.
La Ue aveva dato alla società americana tempo fino al 31 gennaio per presentare delle contromisure, diversamente sarebbe stata ‘obbligata’ a intervenire con una sanzione.
Una multa che, come prevedono le norme comunitarie, potrebbe arrivare fino al 10% del fatturato globale annuo, che per Google ammonta a oltre 50 miliardi di dollari (Leggi Articolo Key4biz).
L’indagine europea per sospetto abuso di posizione dominante è stata aperta nel 2010, dopo che l’Antitrust ha ricevuto diverse denunce contro il motore di ricerca, tra cui quella del portale Ciao, rilevato da Microsoft nel 2008. Lo stesso gruppo di Redmond ha poi presentato una propria denuncia nel marzo del 2011 insieme ad altre web company.
Google viene accusata, in particolare, di mettere in cima alle query, i link ai propri servizi di ricerca verticale, quelli specializzati in settori specifici come i viaggi o i ristoranti, in modo da assicurargli un ‘trattamento preferenziale’ rispetto a quelli offerti dai concorrenti.
A luglio, la società aveva proposto una serie di ‘rimedi’ alla Commissione, sperando in una chiusura rapida del dossier, ma gli uffici Antitrust dell’Ue hanno considerato le misure ‘insoddisfacenti’. Aspettiamo adesso di sapere se le nuove proposte saranno considerate soddisfacenti.