Italia
Dal 1° gennaio è partita la graduale accensione degli impianti 4G, il cui completamento è previsto per giugno.
Questa tecnologia permette di erogare servizi di banda ultra-larga mobile, sfruttando la frequenza degli 800 Mhz (ex canali 61-69) che è, però, adiacente ad alcuni canali televisivi e ne disturba il segnale, a volte impedendo la visione dei canali trasmessi.
La Fondazione Ugo Bordoni (FUB), che sta studiando il problema per conto del MiSE, ha stimato che saranno circa 700 mila le abitazioni dai problemi di interferenze (Leggi Articolo Key4biz).
Gli interventi necessari saranno gestiti da un fondo, costituito dalle telco assegnatarie delle frequenze a 800 MHz e amministrato privatamente dagli operatori interessati, in conformità alle previsioni del regolamento del Ministero dello Sviluppo economico.
Tra le soluzioni atte a risolvere gli eventuali problemi di ricezione c’è quella dell’installazione di filtri anti-interferenze sulle antenne, compito assegnato agli operatori tlc.
A questo proposito la FUB ha realizzato il sito helpinterferenze.it e ha comunicato nelle FAQ che l’installazione gratuita di tali filtri è solo per le famiglie in regola con il pagamento del canone Rai.
“Il servizio – si legge – è rivolto ai cittadini, in regola con il pagamento del canone di abbonamento al servizio di radiodiffusione, che lamentano disturbi nella ricezione dei segnali televisivi imputabili ai segnali LTE. Il pagamento regolare dell’abbonamento al servizio di radiodiffusione deve avvenire sia per il Canone di tipo “ordinario” (uso dell’impianto TV in ambito privato) sia per quello “speciale” (uso di uno o più impianti TV in locali aperti al pubblico)“.
Ma l’associazione consumatori Adiconsum ritiene che condizionare questo servizio al pagamento del canone Rai “…sia un grave errore e un’iniquità“.
“Il canone Rai – spiega, infatti, Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – ha natura tributaria e non ha nulla a che vedere con la fornitura del servizio pubblico essenziale com’è la televisione”.
Secondo quanto dichiarato a Key4biz da fonti del MiSE, ciò che figura sul sito helpinterferenze.it, “è di natura provvisoria e bisognerà attendere il Regolamento collegato al Decreto Crescita per avere le disposizioni definitive“.
Si tratterebbe, quindi, d’informazioni generali che, al momento, non avrebbero alcuna natura vincolante, ma solo indicativa.
Per Adiconsum, non è possibile mischiare il diritto dei consumatori di accedere a un servizio pubblico essenziale (vedi art.1 L. 103/75) con il dovere di pagare la tassa di possesso della Tv (il cosiddetto canone Rai).
“Il diritto – dice Giordano – va garantito e, ove si rilevi che il canone non è stato pagato, lo Stato ha gli strumenti per richiedere il pagamento dello stesso”.
Legando l’installazione gratuita dei filtri solo alle famiglie in regola col pagamento del canone – continua ancora Giordano – si escluderebbero dall’assistenza gratuita non solo tutti coloro i quali, ad esempio, abbiano in corso una controversia o una contestazione con la Rai per il pagamento del canone (magari perché non dovuto o perché già versato), ma anche coloro i quali, ad esempio, abbiano solo di recente cambiato la propria residenza, o abbiano solo di recente acquistato un immobile come prima casa, ed ancora non abbiano avuto comunicazione alcuna per il pagamento del canone.
Adiconsum, chiede, quindi al Ministero dello Sviluppo economico, che coordina il tavolo tecnico sulla LTE, di “intervenire immediatamente garantendo l’applicazione gratuita dei filtri a tutti i cittadini che segnaleranno le interferenze, indipendentemente dal canone televisivo”.