4G: prosegue l’avanzata dell’ultrabroadband mobile nonostante l’allarme ‘spectrum crunch’

di Alessandra Talarico |

Dal 2010, anno di lancio del 4G, la tecnologia ha fatto passi da gigante: alla fine del primo anno di adozione, gli utenti erano appena 612 mila. Sono diventati 13,2 mln nel 2011 e quindi sono cresciuti lo scorso anno del 599%, a quota 92,3 mln.

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A tre anni dal lancio, la banda larga mobile LTE, sta conoscendo un vero boom, con un numero di utenti che alla fine di quest’anno dovrebbe avvicinarsi a quota 200 milioni, segnando una crescita del 115% dai 92,3 milioni dello scorso anno. E’ quanto prevede la società di ricerca IHS iSuppli, che prevede per fine 2013 un  numero di sottoscrizioni alla banda larga mobile 4G di 198 milioni.

 

Dal 2010, anno di lancio del 4G, la tecnologia ha fatto passi da gigante: alla fine del primo anno di adozione, gli utenti erano appena 612 mila. Sono diventati 13,2 milioni nel 2011 e quindi sono cresciuti lo scorso anno del 599%, a quota 92,3 milioni.

Entro il 2016, la tecnologia – complice il crescente successo di smartphone e altri dispositivi per la connessione mobile – gli utenti dovrebbero superare la soglia del miliardo, per una crescita media annuale del 139%.

 

La crescita dell’LTE, che si è imposto molto rapidamente come standard globale soppiantando rivali come il WiMax, pone diverse opportunità, soprattutto per l’industria dei dispositivi mobili, ma ha di fronte al suo cammino anche diversi ostacoli, in particolare per quanto riguarda la frammentazione delle risorse di spettro, che mette a rischio l’interoperabilità tra i diversi sistemi.

 

Se infatti la tecnologia 3G si è sviluppata su poche bande, l’LTE utilizza una quarantina di frequenze a livello globale. Una frammentazione che complica la vita dei produttori di infrastrutture e componenti.

 

Una questione su cui si è molto concentrata la Ue, che ha più volte sottolineato come lo spettro radio sia l’ossigeno dell’economia, necessario per ogni singolo individuo e da ogni impresa.

Se lo spettro radio si esaurisse non funzionerebbero le reti mobili né la banda larga. Ecco perchè la Ue spinge per ottimizzare questa risorsa limitata riutilizzandola e creando un mercato unico per le frequenze.

 

Gli operatori, comunque, incuranti del rischio di ‘spectrum crunch’ – denunciato anche da Deloitte, secondo cui soltanto negli Usa il deficit di spettro radio sarà pari a 275 Mhz nel 2014 – continuano a lavorare sulle infrastrutture, per sostenere la crescente passione degli utenti per la fruizione di contenuti – soprattutto video – in mobilità e ad alta velocità.

Con la possibilità, però, spiega sempre Deloitte, che nonostante gli sforzi la velocità di connessione delle reti a banda larga mobile rischia di essere molto inferiore rispetto alle migliori performance potenziali. 

 

Anche di fronte a queste difficoltà, spiegano gli analisti IHS, i vantaggi dell’LTE sono comunque notevoli.

La minore latenza (ritardo nella connessione) dell’LTE rispetto agli standard precedenti permette di sfruttare una vasta gamma di possibilità, dalla visione di video senza pause e rallentamenti, all’uso di sistemi di videoconferenza, VoIP, ai giochi multiplayer.

Nuove applicazioni che creano diverse opportunità di crescita per tutto l’indotto, visto anche l’alto tasso di innovazione dei nuovi dispositivi mobili che richiederà un’accelerazione anche nel settore dei processori, degli schermi, dei software e dei sistemi operativi.

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