Francia
L’industria dei contenuti è in pieno fermento. Dopo gli editori, anche le case discografiche scendono in campo contro Google e i motori di ricerca in genere, e chiedono al governo francese di introdurre una sorta di compenso, per il ‘trasferimento di valore’ di cui godono alcuni operatori internet a svantaggio dell’industria culturale.
“Da dodici anni a questa parte – ha detto Jérôme Roger, direttore generale dell’Unione dei produttori fonografici indipendenti – il governo incoraggia lo sviluppo della banda larga e delle reti digitali e questa volontà politica s’è accompagnata solo al sacrificio dell’industria dei contenuti. Oggi è tempo di riequilibrare questa situazione”.
Questa rivendicazione, sposata da grandi attori della filiera, come la Sacem e Universal Music France, verrà portata al Midem (Cannes, 26-29 gennaio), il più importante evento dell’industria musicale.
La questione è strettamente correlata a quella che contrappone gli editori della stampa a Google, per cui si attende entro fine mese l’accordo, altrimenti il governo presenterà una proposta di legge per tassare i motori di ricerca che indicizzano contenuti non autorizzati (Leggi Articolo Key4biz).
I produttori indipendenti vanno anche oltre, chiedendo che anche gli Isp partecipino al finanziamento della produzione musicale attraverso l’istituzione di un fondo di sostegno, un provvedimento previsto dal precedente governo nell’ambito della creazione del Centro nazionale della musica, oggi accantonato.
Il sindacato vorrebbe anche la rivalorizzazione del credito d’imposta alla produzione fonografica e una maggiore diversità musicale in Tv e alla radio.
“Dopo dieci anni di crisi, le misure adottate (dai poteri pubblici) hanno portato in totale alcune decine di milioni di euro, ma è poco rispetto all’emorragia di entrate che i produttori e gli artisti hanno subito nel corso di tutto questo periodo“, ha concluso Roger non nascondendo di sperare molto negli annunci che farà il Ministro della Cultura, Aurélie Filippetti, al Midem.