Scienziati ai genitori dei ‘nativi digitali’: i dispositivi touchscreen non fanno male ai bambini come la Tv

di Raffaella Natale |

Abbattuti alcuni ‘neuro-miti’: l’uso di questi device stimola la crescita sensoriale e motoria dei piccini.

Francia


Tablet

Internet ci rende (davvero) stupidi? Il titolo del best-seller dell’americano Nicholas Carr, uscito nel 2011, è la domanda che tormenta ancora i genitori dei cosiddetti ‘nativi digitali‘.

In Francia, questo pomeriggio l’Accademia delle scienze presenterà le proprie conclusioni su questo controverso interrogativo e non solo. Il titolo dell’evento è, infatti, ‘I bambini e gli schermi’ come il titolo di un parere che l’Accademia ha richiesto a sei Ministeri, tra i quali quello della Salute e dell’Istruzione, che attende ancora una riposta.

Frutto delle riflessioni di psicologi specialisti per l’infanzia, psichiatri, neuroscienziati… questo Rapporto molto dettagliato (130 pagine) cerca di far luce su una serie di convinzioni, alcune vere e altre false, e sui i ‘neuro-miti’ costruiti intorno all’esposizione massiccia di bambini e adolescenti davanti agli schermi di qualsiasi tipo.

 

Tablet, smartphone, televisori, pc… passiamo in media, senza distinzione di età, cinque ore al giorno davanti agli schermi. L’Accademia delle scienze non intende, però, farci la morale.

Al contrario, guarda, invece, da un’altra prospettiva l’impatto del digitale sullo sviluppo cognitivo dei più giovani, facendo gli opportuni distinguo tra fasce di età e tipi di schermo.

Quelli non interattivi, come la televisione, è fortemente sconsigliato prima dei due anni – numerosi studi evidenziano che può provocare ritardi del linguaggio, mancanza di concentrazione e un atteggiamento passivo nei confronti nel mondo.

Ma i tablet per bambini, evidenziano i ricercatori, possono essere un buon mezzo per stimolare il loro sviluppo sensoriale e motorio.

 

“Abbiamo fatto un lungo cammino per elaborare questo Rapporto. All’inizio pensavamo di lanciare l’allarme, ma poi ci siamo resi conto che esistono, invece, molti aspetti positivi della cultura digitale che producono effetti benefici confermati da studi scientifici“, ha detto Pierre Léna, coautore del parere e anche cofondatore della Fondazione ‘La Main à la p’te‘.

E’, infatti, l’originalità di questo Rapporto è proprio quella di essere stato concepito in collaborazione con questa fondazione da sempre incarnata da Georges Charpak che ha l’obiettivo di favorire l’insegnamento delle scienze nelle scuole primarie, con la fornitura di appropriati strumenti pedagogici. Insieme al Rapporto dell’Accademia, un nuovo modulo di ‘La main à la p’te’ (organizzato in 20 lezioni per altrettanti temi), sarà pubblicato da Edizioni Le Pommier.

Destinato alle classi delle primarie, questo manuale parte dal presupposto che l’istruzione a un corretto uso degli schermi passa anche dalla comprensione del funzionamento del cervello. La sfida dell’intelligenza dei bambini, in qualche modo.

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