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Huawei, il principale fornitore cinese di sistemi di telecomunicazioni, potrebbe decidere di quotarsi in Borsa, anche per ridurre i dubbi sulla sua eccessiva dipendenza dal governo di Pechino che hanno causato alla società non pochi problemi soprattutto negli Usa, ma anche in Europa.
Huawei, società privata detenuta dai suoi dipendenti, ha appena reso noti i risultati finanziari del 2012, anticipando un fatturato che probabilmente supererà quello dell’attuale leader del mercato, la svedese Ericsson.
Per l’anno 2012 Huawei prevede un fatturato complessivo di 220,2 miliardi di CNY (26,55 miliardi di euro), con una crescita annuale dell’8% e un profitto netto di 15,4 miliardi di CNY (1,85 miliardi di euro), in crescita del 33% rispetto al 2011.
Secondo i dati compilati da Bloomberg sulla base delle stime di 17 analisti Ericsson chiuderà invece il 2012 con vendite di 226,9 miliardi di corone (26,13 miliardi di euro), leggermente inferiori a quelle registrate dalla rivale cinese, che per quest’anno prevede un’ulteriore crescita del fatturato (+13%).
La decisione di procedere con l’IPO, ha sottolineato il Chief Financial Officer Cathy Meng (figlia del fondatore di Huawei, l’ingegnere dell’esercito Ren Zhengfei), dipenderà dagli interessi degli azionisti- dipendenti, dal momento che la società non ha necessità di reperire fondi. Sono 65 mila i dipendenti che possiedono azioni della società, mentre Ren controlla l’1,4% del capitale.
Un’eventuale IPO, secondo gli analisti, sarebbe però determinante per l’ulteriore espansione del gruppo sui mercati occidentali alla luce delle forti preoccupazioni espresse dal governo americano, che ha consigliato alle aziende Usa di non fare affari con Huawei per evitare problemi di sicurezza nazionale (Leggi articolo key4biz).
“La percezione è un grosso problema…Huawei ha impiegato più di 10 anni per arrivare a ssere considerata un’azienda ‘normale’. Una quotazione sarebbe di grande aiuto, ma dubito che la società sia pronta, date le implicazioni sul modello di gestione e di governance”, ha spiegato Pierre Ferragu, analista di Sanford C. Bernstein & Co.
Nell’ultimo decennio Huawei ha investito circa 15 miliardi di euro in attività di ricerca e sviluppo, dei quali 3,6 miliardi nel 2012.
Circa il 70% del fatturato della società è stato generato dal business con i principali operatori di telecomunicazioni a livello mondiale e il 66% del fatturato è generato fuori dalla Cina.
Le vendite sono state trainate da smartphone, tablet e dai servizi di cloud computing. Mercati al di fuori delle attività strategiche e che permetteranno all’azienda di “crescere più velocemente di Ericsson nei prossimi anni”, secondo l’analista Mirko Maier.