Europa
Il 2013 sarà un anno cruciale per l’industria europea delle telecomunicazioni, alle prese con un costante calo dei ricavi legati ai servizi tradizionali e la necessità di investire nelle nuove reti ad alta velocità.
Nei giorni scorsi è emerso il piano delle telco volto alla creazione di un network pan-europeo, con gli operatori pronti a presentare il loro piano alla Commissione europea entro la primavera (Leggi articolo Key4biz). Un progetto che ha ricevuto il placet di Bruxelles, con l’esecutivo Ue che, nel frattempo, è al lavoro su una serie di riforme volte a sostenere la concorrenza e gli investimenti nel settore e ad aprire la strada a un vero mercato unico.
“Stiamo lavorando a una sere di misure per creare condizioni comuni e stabili per la concorrenza, gli investimenti e la crescita. Misure che dovrebbero anche rendere più attraente il consolidamento transfrontaliero”, ha dichiarato il Commissario responsabile per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, al Financial Times.
“Varie forme di condivisione degli asset possono promuovere la concorrenza e gli investimenti” ha sottolineato Kroes, indicando tra queste forme di condivisione l’accesso regolamentato alle infrastrutture dominanti sulla base di termini che supportino ulteriori investimenti da parte di tutti i player, ma anche l’accesso alle infrastrutture di altre utilities e la condivisione degli asset wireless come le antenne e lo spettro, ovviamente sempre sulla base di condizioni chiare.
Su tutti questi aspetti, miranti all’ulteriore armonizzazione del mercato, la Ue darà indicazioni chiare entro quest’anno. Kroes ha tuttavia affermato che l’esecutivo non sta vagliando l’ipotesi di un regolatore europeo, almeno non in questa fase, preferendo puntare su una più stretta collaborazione tra la Commissione e i regolatori nazionali.
Quel che è certo è che il 2013 sarà l’anno in cui gli operatori dovranno trovare una soluzione valida per riguadagnare terreno di fronte agli OTT che continuano a far leva sulle reti tlc per veicolare i loro contenuti agli utenti, senza tuttavia partecipare agli investimenti.
Un tema che è stato rilanciato in Francia dalla decisione dell’operatore Free di bloccare la pubblicità online: una mossa – subito ritirata su richiesta del Governo – più che altro provocatoria, per riportare l’attenzione sul rapporto asimmetrico tra le telco e gli over-the-top (Leggi articolo Key4biz).
Secondo il ministro responsabile per l’economia digitale, Fleur Pellerin anche se il modo di procedere di Free non può essere accettato in quanto unilaterale e contrario alla visione del Governo di un internet aperto e libero, l’operatore ha posto “una buona domanda, che merita risposta”.
“Quello che mi preoccupa è la situazione di asimmetria tra i player”, ha affermato Pellerin evocando la disparità tra piattaforme come la francese Dailymotion, che paga agli operatori dei costi di interconnessione, e altre – come YouTube – che invece non lo fanno.
“Alcune aziende si comportano come un passeggero clandestino e questo non può durare in eterno”, ha aggiunto.