Amazon affila le armi contro i negozi fisici: sul cloud versione digitale dei CD acquistati sul sito

di Raffaella Natale |

E intanto in Francia la famosa catena di grandi magazzini musicali, Virgin Megastore, ha dovuto depositare i bilanci, vittima del progresso tecnologico o delle pratiche di ottimizzazione fiscale?

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Amazon ha lanciato un nuovo servizio che permette di ottenere gratuitamente la versione digitale di tutti i CD acquistati nei suoi store online. Un tentativo, secondo alcuni, di concorrere con iTunes di Apple.

Con questo nuovo sistema AutoRip, la società assicura che di ogni CD acquistato sulla sua piattaforma online sarà automaticamente a disposizione degli utenti la versione Mp3 gratuita sull’account Cloud Player del cliente.

Queste versioni digitali saranno accessibili – ancor prima che i CD arrivino per posta al cliente – in streaming da smartphone o tablet con sistema operativo iOS (Apple) e Android (Google), e ovviamente dal Kindle Fire, il dispositivo mobile prodotto da Amazon.

 

“Partiamo oggi – ha detto il CEO di Amazon, Jeff Bezose questo servizio è già disponibile per tutti i nostri clienti a costo zero”.

Amazon fa anche di più. Bezos ha, infatti, detto che il servizio è estendibile anche a tutti i CD acquistati a partire dal lancio del sito, vale a dire il 1998.

 

La società sostiene che su AutoRip sono disponibili circa 50 mila album di artisti come Adele, Green Day, Susan Boyle, Michael Jackson.

 

La compagnia americana, con sede a Seattle, ma presente con vari distaccamenti in tutta Europa, ha lanciato nel giugno scorso la sua applicazione Cloud Player per iPhone e iPod touch, permettendo agli utenti di archiviare gratuitamente la loro musica sulla ‘nuvola’ per poterla poi ascoltare gratuitamente in streaming o scaricarla su tutti i dispositivi web-based.

 

Le tecnologie si evolvono rapidamente e le innovazioni sono sempre più numerose, ma è quasi scontato che l’annuncio di Amazon ci faccia pensare a Virgin Megastore, la catena di grandi magazzini musicali che il 9 gennaio è stata costretta in Francia a depositare i propri bilanci, vittima dei grandi store online (Leggi Articolo Key4biz). Ventisei magazzini chiudono e un migliaio di persone vanno a casa. Questo è uno dei risultati della battaglia che contrappone i negozi fisici alle grandi web company. Nessuno vuole fermare il progresso, ma è anche vero che i cosiddetti OTT fanno ‘concorrenza sleale’, visto che si avvantaggiano di pratiche di ottimizzazione fiscale, traghettando i propri profitti nei Paesi a regime tributario più vantaggioso.

‘Ti piace vincere facile’, ci verrebbe da dire, pensando a uno spot televisivo di qualche tempo fa.

 

Il Ministro francese alla Cultura Aurélie Filippetti ha, infatti, sottolineato che magazzini come Virgin Megastore “subiscono una concorrenza sleale, bisogna ammetterlo, da parte di grandi aziende come Amazon” che “non sono sottoposte allo stesso regime fiscale delle aziende localizzate fisicamente in Francia”.

 

Il governo attende per fine mese il Report di due esperti per poter avviare la riforma tributaria e la Commissione Ue ha annunciato un Action Plan contro la pianificazione fiscale aggressiva delle multinazionali che attende d’essere discusso in Consiglio.

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