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CES 2013: meno armi e più smartphone per salvare il mondo, parola di Bill Clinton

Stati Uniti


Che le nuove tecnologie di comunicazione possano rappresentare un importante strumento per la crescita economica dei paesi più poveri è un assunto su cui pochi dissentono ma su cui molti intravedono anche l’ombra degli affari miliardari dei produttori di dispositivi. Quando a ribadire il concetto è un ex presidente Usa come Bill Clinton, che lo fa dal palco di un’azienda coreana (Samsung) nel corso della più importante fiera mondiale dell’elettronica, ecco però che la tesi diventa verità assoluta e incontrovertibile. E ben venga.

Nel suo keynote speech di 20 minuti al CES di Las Vegas, Clinton ha evocato recenti fatti di cronaca come lo stupro e la morte della ragazza indiana e l’attentato ad opera dei talebani, in Pakistan, della 15enne Malala Yousafzai, la cui unica colpa era quella di difendere il diritto all’istruzione delle donne.

A proposito di questi eventi, Clinton ha sottolineato come il mondo sia di fronte a “enormi baratri di disuguaglianza e instabilità…che non possono essere risolti senza una visione positiva, senza un senso condivisione della prosperità, delle responsabilità e un senso di comunità che abbracci tutta la nostra diversità”.

Una visione, ha notato l’ex inquilino della Casa Bianca, da cui ancora “siamo molto lontani”.

Di fronte a queste divisioni, ancora profonde e laceranti, che minacciano il mondo moderno, il virtuale offre non solo la possibilità di affrontare questo tipo di discussioni in maniera aperta, ma dà anche alle persone più povere la possibilità di uscire dall’emarginazione economica e sociale, di far sentire la loro voce.

 

Le nuove tecnologie, in particolare, possono aiutare a colmare le disuguaglianze in termini di accesso alle cure sanitarie, all’istruzione, al credito.

“Il mondo – ha detto Clinton – ha sfide enormi da affrontare, non solo economiche, che le tecnologie possono contribuire a superare”.

“Vi chiedo di pensare a come questi dispositivi possono colmare le residue divisioni che minacciano il progresso”.

 

Clinton si è quindi soffermato sul ruolo dei social media nei recenti rovesciamenti delle oligarchie nel mondo arabo, sottolineando però che “il disordinato mondo reale richiede ancora più delle interconnessioni virtuali per il successo di una protesta politica”.

Questi strumenti, dunque, dovrebbero essere usati, anche dalle istituzioni, per aumentare la consapevolezza dei problemi globali e per dare più potere alle donne e alle ragazze di tutto il mondo.

 

La sua apparizione sul palco di Samsung – anche a sostegno della campagna Samsung Hope for Children – si colloca dunque anche in un quadro umanitario: l’ex presidente si è impegnato molto sui temi del sostegno ai paesi in via di sviluppo, nella maggior parte dei quali la popolazione non ha disponibilità di acqua o cure mediche, figuriamoci di un cellulare.

Ed è qui che ‘entra in scena’ Samsung che ogni anno vende centinaia di milioni di cellulari: gli sforzi per farli arrivare anche nelle mani delle persone più povere dovrebbero essere una priorità, poiché in molti casi questi dispositivi rappresentano il primo – e unico – strumento di accesso a un conto bancario, a informazioni importanti per il mondo rurale, come i prezzi dei prodotti o le previsioni meteo.

 

L’industria, certo, è d’accordo con Clinton, anche se – dicono i maligni – con intenti diversi: con il prezzo degli smartphone che diventa sempre più accessibile, milioni di utenti cominceranno ad accedere regolarmente a internet, principalmente in Africa e Sud America. Una manna per gli operatori, per i quali i paesi emergenti rappresentano l’area di maggior crescita nel prossimo futuro.

 

L’ex presidente si è soffermato anche su un tema al centro di accese discussioni negli Usa dopo l’ultimo massacro avvenuto a Newtown in Connecticut: la forte diffusione delle armi. Clinton, che nel 1994 introdusse il divieto di vendita delle armi d’assalto, decaduto nel 2004 e che ora il presidente Obama vorrebbe reintrodurre, ha chiesto un maggiore controllo sulla vendita indiscriminata di armi: “sono cresciuto anch’io in una cultura di caccia, ma questo è pazzesco” ha detto, ricevendo un forte applauso dalla platea, per poi sottolineare che gli Usa sono stati in grado di superare il razzismo, il sessismo e l’omofobia, ma ancora “non riusciamo a sopportare che ci sia gente che non la pensa come noi”.

 

Tornando ai temi più strettamente tecnologici, Clinton ha ricordato che quando venne eletto presidente “i cellulari pesavano 5 libbre” e c’erano solo 50 siti web.

Ne è passata, da allora, di acqua sotto i ponti ma non bisogna fermarsi: “Stiamo per condividere il futuro. Quello che state facendo – ha detto rivolgendosi all’industria hi-tech – può garantire la condivisione degli aspetti positivi e la minimizzazione di quelli negativi. E’ questo il compito di ogni cittadino della terra e voi potete aprire la strada”.

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