Italia
Il cyberbullismo preoccupa anche il governo che ha messo in campo una serie d’iniziative di cui il Ministro all’Istruzione, Francesco Profumo, fornisce un elenco dettagliato a seguito della lettera inviatagli dal Garante Privacy, Antonello Soro, che lo invita a unire le forze davanti all’uso sempre più irresponsabile da parte dei ragazzi dei social network (Leggi Articolo Key4biz). A spingere Soro a prendere una ferma posizione sono stati gli ultimi e gravi episodi di cronaca, i suicidi di Andrea e Carolina vittime delle nuove forme di bullismo che si servono d’internet.
“Il Miur – spiega Profumo – assicura da tempo un presidio costante di attenzione, prevenzione e promozione di iniziative di contrasto al fenomeno del bullismo nelle scuole, di cui il cyberbullismo è solo un aspetto. Questi tipi di comportamento, sempre da biasimare in ogni espressione e sfumatura, si manifestano in forme diverse, spesso difficili da prevedere, ma soprattutto legate in molti casi a una coincidenza di forme di disagio sociale non ascrivibili solo al contesto educativo scolastico”.
Purtroppo, aggiunge il Ministro, in alcuni casi gli atti di bullismo e cyberbullismo assumono i contorni più tragici, come testimoniano alcune vicende di cronaca assurte all’attenzione generale dei cittadini attraverso i Media.
Per queste ragioni il Ministero porta avanti, sin dal 2007, programmi di prevenzione e intervento per affrontare i delicati fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.
Il modello d’intervento, che prevede la nostra diretta presenza sul territorio nei casi che richiedono una presenza più forte e determinata, prevede una serie di strumenti costantemente a disposizione di scuole, genitori e vittime stesse, attraverso numerose e diversificate attività.
Tra di esse si segnalano:
– Il numero verde 800.66.96.96, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00;
– Il sito Internet smontailbullo.it, che si occupa di inquadrare il fenomeno da un punto di vista psico-sociologico e culturale, fornendo utili strumenti e suggerimenti per fronteggiarlo, ed indicando una ricca bibliografia e filmografia sull’argomento;
– L’indirizzo mail bullismo@istruzione.it che, così come il numero verde, accoglie segnalazioni di casi ma anche richieste d’informazioni e consigli;
– Gli Osservatori Regionali Permanenti sul Bullismo, istituiti con la D.M. n.16 del 5 Febbraio 2007 e attivi presso gli Uffici Scolastici Regionali, che vanno a rappresentare un importante riferimento a livello territoriale.
In particolare, in merito al cyberbullismo, il gruppo nazionale “Più scuola meno mafia” ha organizzato nel Dicembre 2011 il seminario “IrRETIti – impigliati nella rete”, all’interno del quale sono state presentate due iniziative esemplari:
a) il progetto di Milano “Open Eyes: safenet use“, un osservatorio per informare e formare studenti, famiglie e scuole sull’uso lecito e illecito della rete web e sui possibili rischi ad esso associati, nonché uno sportello per la gestione dei casi di stalking, cyberbullismo, bullismo online e per il sostegno alle vittime di comportamenti persecutori;
b) il progetto di Caserta “Nausicaa“, un osservatorio di ricerca, formazione, intervento e sostegno psicologico per le vittime di reato e per casi di disagio giovanile legati al fenomeno del bullismo oltre che alla criminalità organizzata.
Inoltre, il 27 Dicembre 2012 è stato organizzato un convegno internazionale dal titolo “Cyberbullismo e rischio di devianza. Strategie di promozione e interventi mirati” dove sono state presentate le best practice elaborate nell’ambito del progetto europeo “Tabby in Internet”, (Threat Assessment of Bullying Behavior: Valutazione della minaccia di cyberbullismo nei giovani) approvato nel quadro del programma Daphne III (2007-2013) finalizzato a promuovere una cultura della rete ‘sana’, ad accrescere la conoscenza delle minacce derivanti dall’uso di Internet e/o di altri mezzi di comunicazione informatizzata e ad attivare strategie e interventi mirati alla prevenzione di comportamenti devianti.
Tutto questo sembra, però, insufficiente, visto che gli episodi continuano a verificarsi e le vittime si moltiplicano. Perché? Forse servono campagne informative più incisive, forse non si parla ai giovani col loro linguaggio. Un dato è certo, bisogna dire basta e tutti devono dare il loro contributo perché internet, il più potente medium di comunicazione dei ragazzi, non diventi un’arma in mano ai bulli contro i più deboli.