Francia
L’accusa è di dumping e contro Amazon continuano a puntare il dito le librerie. Per loro il lupo cattivo ha un volto ed è quello del colosso americano dell’eCommerce.
In Francia cresce di giorno in giorno la contrarietà di questi operatori della filiera che non perdono occasione per esprimere in modo forte e chiaro il loro disappunto.
“Amazon ha un fatturato di 48 miliardi di dollari. Siete proprio sicuri di voler contribuire ad aiutare questo gigante che usa tutti i mezzi per legarvi al suo business (tablet non aperti, dereferenziazione degli editori che non accettano le sue condizioni…) e che per di più è uno specialista dell’evasione legale?“, hanno tuonato Frédéric e Jean-Pierre Delbert, proprietari della libreria Martin-Delbert, dalle pagine della rivista specialistica Livres Hebdo.
In un articolo molto duro intitolato “Amazon c’est la zone”, pubblicato la scorsa settimana, i Delbert, che fanno parte di un gruppo di 35 librerie indipendenti, hanno messo in guardia i loro clienti e denunciato le storture di una politica che, da un lato, sostiene le librerie e, dall’altro, incoraggia colui che accusa d’essere un ‘becchino’ a stabilirsi in Francia grazie a sovvenzioni pubbliche (Leggi Articolo Key4biz).
Per Jean-Pierre Delbert, non si tratta di negare il valore della vendita online, ma con Amazon si delocalizzano totalmente le economie. Tanto più che questa società, dice ancora Delbert, paga il minimo delle imposte in Francia.
“E’, quindi, importante dire ai consumatori che acquistando su Amazon danno soldi a una multinazionale che non ha nulla a che vedere con l’ambiente locale e che i politici che abbiamo eletto non si limitano a plaudire all’apertura di nuovi stabilimenti in Francia, ma li sovvenzionano pure”.
Le accuse ad Amazon sono tante. Intanto, non fatturando le spese di spedizione, la compagnia americana pratica sconti vietati e aggira la legge sul prezzo unico.
Contro questa pratica, il Sindacato delle librerie francesi ha avviato un’azione legale, ottenendo una prima sentenza a proprio favore, contro la quale però Amazon ha fatto appello.
Olivier Hugon-Nicolas, del Sindacato SDLC (Syndicat des distributeurs de loisirs culturels), ha commentato: “Amazon fa concorrenza sleale e ottimizzazione fiscale. Per noi è difficile competere con aziende di questo tipo”.
Alcuni editori, inoltre, accusano il gruppo americano di vendere a prezzi scontati anche libri nuovi sulla sua piattaforma Marketplace. Amazon è poi accusato di dereferenziare gli editori che non si piegano alle sue regole. Insomma le accuse non sono da poco. Bisogna ora vedere come reagirà il governo che, per lo meno a parole, finora non è stato morbido col gruppo di Jeff Bezos.