Frequenze Tv, il Regolamento Agcom vola a Bruxelles quasi invariato

di Raffaella Natale |

Poche le modifiche apportate all’impianto sulla base della consultazione pubblica, chiusa solo tre giorni fa.

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Agcom

Il Regolamento Agcom per l’asta di assegnazione delle frequenze del digitale terrestre vola a Bruxelles. Com’era nelle previsioni, e come annunciato qualche giorno fa dal presidente Angelo Cardani (Leggi Articolo Key4biz), il Consiglio ha approvato oggi all’unanimità il testo finale, lasciando quasi immutato il documento, se non per qualche piccola variazione, rispetto a quello posto a consultazione pubblica (Leggi Articolo Key4biz).

L’impianto – precisa l’Autorità – del provvedimento rimane largamente invariato rispetto al testo posto a consultazione pubblica e recepisce alcune modifiche emerse nell’ambito della consultazione stessa”.

 

La palla passa adesso alla Commissione Ue che, vista la procedura d’infrazione ancora pendente nei confronti dell’Italia, dovrà dare un parere definitivo, che l’Agcom spera “possa arrivare in tempi brevi“.

 

Una volta che la Ue avrà espresso il proprio parere sullo schema di regolamento, l’Autorità invierà il provvedimento al Ministero dello Sviluppo economico che indirà l’asta, come previsto dalla legge 44/2012 che ha cancellato la precedente procedura di assegnazione delle frequenze in beauty contest.

 

Recentemente Cardani ha detto che l’Autorità prevede di ricevere il parere della Commissione “non prima del 10-15 gennaio“.

 Viste le imminenti elezioni politiche, l’asta verrà avviata dal nuovo governo. Una gara che, come confermato anche dal Ministro Corrado Passera, non porterà grandi guadagni per lo Stato, “solo alcuni miliardi” (Leggi Articolo Key4biz).

“Nell’immediato – ha detto il Ministro – quello che vendiamo non darà grandi proventi, ma poi le frequenze serviranno per i servizi LTE e quindi porteranno miliardi”.

Sei i multiplex messi all’asta: tre del sottoinsieme U (lotti U1, U2, U3), quelle più pregiate, con un diritto d’uso per cinque anni, in quanto la banda 700 MHz dovrà essere ripianificata, per consentirne l’uso agli operatori tlc così come stabilito anche in sede ITU; tre del sottoinsieme L (lotti L1, L2, L3), di qualità inferiore e non in grado di trasmettere in tutte le regioni, destinati alla sola TV per 20 anni. Questi ultimi sono riservati ai new entrant oppure a chi ha un solo mux (come Free, 3 Italia, Europa 7) o due (Gruppo L’Espresso) che però potrà partecipare solo per due lotti. Queste frequenze potranno essere assegnate anche a “operatori integrati attivi su altre piattaforme” come Sky Italia.

 

I tre mux di tipo U dovranno, quindi, essere restituiti, inderogabilmente, al 31 dicembre 2017. Per questi gareggeranno i broadcaster che possiedono già tre mux come Rai, Mediaset e TI Media.

 

Secondo il parere di Cardani, all’asta non parteciperanno né Mediaset né la Rai, ma non per limiti imposti dal regolamento: “Non è un’esclusione mirata a Rai e Mediaset, è una condizione per la partecipazione all’asta che fa sì che sia molto probabile che sia Rai che Mediaset non parteciperanno per lo scelta”.

 

I due broadcaster dispongono ognuno di quattro multiplex più uno convertibile. Ma se decidessero di convertire le frequenze DVB-H per la tv mobile, come sembra al momento probabile, sarebbero fuori dall’asta, secondo le regole concordate con la Commissione Ue.

Personalmente non credo parteciperanno, ma per un calcolo aziendale”, ha detto Cardani

 

In ogni caso, potrebbero sempre farlo dopo la gara. E allora poi cosa succederebbe? Intanto l’Agcom ha dalla sua che non ci sono disposizioni Ue o leggi nazionali che fissano a 5 il limite massimo di mux da possedere, poi si vedrà.

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