Unione Europea
“Ho deciso di continuare le trattative con Google per il raggiungimento di un accordo ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento antitrust della Ue”. E’ quando dichiarato dal Commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, al termine dell’incontro avuto a Bruxelles col presidente esecutivo del gruppo, Eric Schmidt.
Almunia è, per, stato molto chiaro: sulla base del lavoro fatto, si attende che Big G presenti entro il prossimo gennaio un documento d’impegni dettagliato sui quali la Commissione effettuerà una valutazione preliminare. Se la Commissione riterrà che le proposte di Google siano soddisfacenti per rimuovere gli ostacoli alla concorrenza, potrebbe decidere di chiudere il dossier. In caso contrario, potrebbe infliggere a Google una multa fino al 10% del proprio fatturato globale annuo, che lo scorso anno ammontava a 47 miliardi di dollari.
Da quando a luglio sono state avviati i primi colloqui con la società di Mountain View, ha spiegato Almunia, “si sono sostanzialmente ridotte le nostre divergenze” per quanto riguarda le possibili soluzioni sulle quattro questioni indicate dalla Commissione.
Nel mirino dell’Antitrust Ue, infatti, quattro problemi precisi: appurare se Google abbia veramente abusato della propria posizione dominante nel campo delle ricerche online, facendo scivolare in basso nei risultati di ricerca i servizi dei concorrenti, come ad esempio alcuni siti di comparazione dei prezzi (noti anche come servizi di ricerca verticali) concedendo, invece, un “piazzamento privilegiato” ai propri; accertare se, come sostengono i concorrenti, Google abbia volontariamente degradato il Quality Score (il punteggio sulla qualità è uno dei fattori che determina il prezzo pagato a Google dagli advertiser) dei servizi di ricerca verticale concorrenti nei risultati di ricerca a pagamento, quelli cioè che compaiono in alto a destra nella pagina dei risultati; capire se Google impone clausole di esclusività ai partner pubblicitari, impedendo loro di mettere alcuni tipi di annunci pubblicitari forniti dai concorrenti sulle loro pagine, con l’obiettivo di escludere gli strumenti di ricerca dei competitor; verificare, in ultimo, se esiste una restrizione della portabilità delle campagne pubblicitarie Adwords verso le piattaforme concorrenti.
Negli Stati Uniti, dove l’Antitrust sta anche qui indagando per sospetto abuso di posizione dominate di Google sul mercato della web search, si attende per questa settimana una decisione definitiva (Leggi Articolo Key4biz).
Dopo due anni di esame, la Federal Trade Commission sarebbe pronta a chiudere il dossier, dopo alcune modifiche volontarie alle pratiche di ricerca proposte da Big G al fine di alleggerire i timori dell’Autorità, secondo quanto rilevano delle fonti a conoscenza dei fatti.