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TI Media riparte: management al lavoro per riassesto. E se non fosse più in vendita?

Italia


Da oggi già al lavoro per il piano di ristrutturazione di TI Media, dopo il cambio ai vertici di La7, l’emittente televisiva che insieme a MTV e alla società delle torri (TIMB) è stata messa in vendita dalla controllante Telecom Italia. Nel tardo pomeriggio, comunque, il titolo perdeva lo 0,52% 0,1523 euro, sottoperformando l’indice di riferimento Ftse Mib (+0,11 a 15.883 punti)

Ieri il gruppo, dopo le dimissioni di Giovanni Stella, ha fatto sapere che Severino Salvemini è stato posto alla guida dell’emittente televisiva mentre Marco Ghigliani è stato indicato alla carica di amministratore delegato (Leggi Articolo Key4biz).

 

Oggi il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, sulla vendita della Tv di Telecom ha commentato: “Sono un regolatore e quindi sono felice di qualsiasi attività avvenga nel mercato nella misura in cui si dimostra che il mercato è vivente e non una ‘morta gora’”.

 

Ma l’operazione non è così semplice. Il Cda ha dato mandato al management di elaborare un piano mirato al miglioramento della situazione economica con un programma di contenimento della spesa, in vista della cessione degli asset.

Secondo i rumors, infatti, Stella s’è dimesso sotto il pressing di Telecom Italia che da mesi chiedeva un taglio drastico dei costi di produzione della tv, in particolare dei compensi milionari concessi ad alcuni conduttori di punta.

 

Non è un mistero, infatti, che sui conti di TI Media, pesano i grossi investimenti decisi proprio da Stella per potenziare il palinsesto di La7 che quest’anno perderà 120 milioni di euro.

I primi 9 mesi del 2012 si sono chiusi con un rosso di 53,8 milioni di euro, 38,9 milioni in più alte rispetto alla perdita dell’anno precedente e la situazione non dà segni di miglioramento. Le prime evidenze sui risultati consolidati a novembre “confermano il trend negativo in termini operativi e d’indebitamento già evidenziato a settembre“, dice il Cda. E’ su questa base, si legge in una nota, che il Consiglio “ha dato mandato al management di elaborare un piano mirato al miglioramento della situazione economico finanziaria, anche attraverso un programma di contenimento dei costi”.

Un aspetto non da poco per le trattative in corso che ha spinto al ribasso le offerte. Per questa ragione Telecom, nonostante abbia più volte ribadito di non voler svendere gli asset, potrebbe doversi accontentare di un’offerta al di sotto delle stime di mercato.

TI Media capitalizza in Borsa 242 milioni: il valore d’impresa che si ottiene aggiungendo il debito (224 milioni), è 466 milioni, cifra superiore ai valori che circolano oggi.

 

Le offerte al momento sul tavolo di Telecom – Clessidra-Equinox (interessati a tutto il pacchetto Tv+multiplex per 300 milioni di euro) e Cairo Communication (che punterebbe solo a La7) – sono state ritenute non soddisfacenti, anche se per gli offerenti questi sono i valori corretti dato che La7 è in rosso, va risanata e che il mercato pubblicitario anche l’anno prossimo soffrirà la crisi del comparto. Il rischio è che la vendita slitti a febbraio (il 5 è fissato il Cda per l’esame dei risultati preliminari di bilancio di Ti Media) e alcuni ipotizzano anche che potrebbe saltare definitivamente.

 

Restano al momento fuori dai giochi 3 Italia, che evidentemente non ha avuto l’OK dalla casa-madre di Hong Kong, Hutchison Whampoa, e quasi sicuramente Discovery, visto che ha preferito investire i propri denari altrove.

Oggi, infatti, la società americana ha annunciato d’aver acquistato Sbs Nordic da ProsiebenSat.1 Media per 1,7 miliardi di dollari. La transazione, che dovrebbe essere perfezionata agli inizi del 2013, consentira’ a Discovery di mettere le mani su una rete di 12 network televisivi ramificata tra Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia.

Il gigante statunitense dei media ha inoltre comunicato di aver rilevato il 20% di Eurosport dalla francese TF1 per 221,6 milioni di dollari, e di aver ottenuto un’opzione per salire al 51% dell’emittente satellitare nei prossimi due anni.

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