Oscurati due siti torrent: all’interno 2,5 milioni di opere piratate

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Soddisfazione di Enzo Mazza (FIMI): ‘L’operazione ha colpito piattaforme criminali che lucrano a danno di artisti e imprese italiane. Ora andrebbero sanzionati anche gli investitori pubblicitari che sostengono le attività illegali’.

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Nuova operazione della Guardia di Finanza contro la pirateria. I militari della compagnia di Agropoli hanno eseguito un provvedimento di oscuramento dall’Italia dei noti portali Torrentreactor.net e Torrents.net, dediti all’illecita diffusione online di opere coperte dal diritto d’autore per fini di lucro.

 

Per la Federazione dell’industria musicale italiana (FIMI) di Confindustria, l’operazione condotta è provvidenziale in quanto giunge a tutela del mercato natalizio.

“Sapevamo – ha dichiarato Enzo Mazza, Presidente di FIMI – che nelle prossime ore i siti torrent sarebbero stati invasi dalle novità discografiche in classifica, tra le quali anche ‘Italia Loves Emilia’ i cui proventi delle vendite fisiche e digitali andranno a favore delle popolazioni colpite dal sisma”.

“L’operazione della Guardia di Finanza – ha indicato Mazza – ha colpito piattaforme criminali che lucrano a danno di artisti e imprese italiane, come confermano i dati sui ricavi dei siti. Ora andrebbero sanzionati anche gli investitori pubblicitari che sostengono le attività illegali”.

 

Negli ultimi nove mesi, ricorda FIMI, il mercato della musica digitale in Italia è cresciuto del 44%, arrivando a rappresentare il 37% del mercato con decine di piattaforme legali attive tra download e streaming. L’azione di contrasto all’offerta illegale è un’arma essenziale per consentire il decollo dell’offerta online di musica e contenuti.

 

L’ordine, da parte della GdF di Agropoli, di bloccare l’accesso ai due siti per gli utenti italiani è stato notificato ai fornitori di servizi internet operanti su tutto il territorio nazionale e scaturisce dagli esiti delle indagini condotte dalle Fiamme Gialle che, tra il 2011 ed il 2012, hanno già portato all’oscuramento di altri 5 siti web, tutti appartenenti al medesimo network illegale “Italianshare“, altro supermarket pirata tra i più diffusi in Italia, nonché all’arresto del suo amministratore, conosciuto sulla rete con il nickname di “Tex Willer” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Le nuove investigazioni su internet scattate, anche a seguito di una segnalazione pervenuta dalla FIMI, avente come oggetto la diffusione di opere piratate da parte del sito web “Islafenice.net”, nato dalle ceneri di Italianshare, e di altri portali pirata, operanti in modo analogo, hanno permesso di costatare: la sostanziale disattivazione di Islafenice a seguito della diffusione della notizia relativa all’arresto del pirata “Tex Willer”; l’effettiva operatività illecita di Torrentreactor.net e Torrents.net, che offrivano ai propri utenti la possibilità di usufruire di link dai quali poter effettuare in modo illegale il download di opere coperte da copyright.

 

I siti oscurati si presentavano come tracker, finalizzati alla raccolta, indicizzazione e diffusione di materiale tutelato da diritto d’autore, attraverso la condivisione di file .torrent che permettevano di reperire sulla Rete le opere piratate.

 

Le investigazioni condotte sul portale pirata Torrentreactor.net hanno permesso di appurare che il sito (localizzato in Ucraina) occupa la 201a posizione dei siti più visitati in Italia, con circa 600.000 accessi unici e oltre 4 milioni di pagine viste al mese, collocando il nostro Paese – insieme all’India – al primo posto degli accessi, con oltre il 14% del totale.

 

Le opere coperte da diritto d’autore illecitamente accessibili sono state quantificate in 1.695.907 ed è stato stimato che siano stati percepiti oltre 4.700 dollari al giorno, grazie alla pubblicità, con l’incameramento di una somma complessiva pari a 5.164.560 di dollari statunitensi.

 

Per quanto riguarda il Torrents.net (localizzato in Svezia) è stato accertato che occupa la 576a posizione dei siti più visitati in Italia, con circa 320.000 accessi unici e con oltre 3 milioni di pagine viste al mese, che colloca in nostro Paese al secondo posto per numero di accessi, con circa il 12,2% del totale.

Per quest’altro supermercato del falso, le opere coperte da diritto d’autore illecitamente accessibili sono state quantificate in 788.252 ed è stato stimato che siano stati percepiti oltre 3.200 dollari al giorno, sotto forma di proventi pubblicitari, con l’incameramento di una somma complessiva pari a 3.562.920 di dollari statunitensi.

 

Le indagini, eseguite con l’ausilio tecnico della Federazione contro la Pirateria Musicale (FPM), verranno ora focalizzate sull’identificazione dei soggetti esteri che hanno partecipato alla gestione dei siti pirata, passibili di severe sanzioni di carattere penale nel nostro Paese, nonché sull’operatività illecita di un ulteriore sito, amministrato dall’Italia e parimenti affermatosi tra i principali portali nazionali per la diffusione su internet di opere piratate.

L’operazione s’inquadra nel più ampio contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della diffusione illegale di materiale coperto da copyright, illecito che costituisce una gravissima turbativa del mercato legale e genera mancati introiti di milioni di euro ogni anno per gli aventi diritto e per l’Erario.

 

L’operazione della GdF di Agropoli, ha commentato Fulvio Sarzana, avvocato dei provider aderenti all’Associazione di categoria della Confcommercio ed esperto del diritto dell’informatica e delle tlc, “apre scenari inediti nella circolazione dei contenuti su internet, riaprendo un dibattito sulla possibilità che decisioni di tal tipo possano sconfinare nella vera e propria censura”.

 “Bisogna ricordare – ha spiegato Sarzana – come i temini  ‘torrent’ o ‘utorrent’ facciano  infatti riferimento a un protocollo per il trasferimento dei file e a un software il cui utilizzo è sicuramente lecito”.

L’iniziativa – ha concluso Sarzana – ancorché a tutela di diritti che potrebbero essere legittimi, sembra poter danneggiare anche lo scambio perfettamente legale di conoscenze tra gli sviluppatori di software di tutto il  mondo. Il torrent è, infatti, il protocollo  più utilizzato per scaricare le distribuzioni di software Linux.” (r.n.)

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