Italia
Nuove ombre sulla vendita di TI Media. Sarebbero sempre quattro gli operatori interessati – Clessidra, Discovery, Cairo e 3 Italia – ma nelle prossime ore qualcuno potrebbe tirarsi indietro. Le offerte sarebbero comunque non soddisfacenti, perché non in linea con le attese della società-madre, Telecom Italia, che ha più riprese ha detto di ‘non voler svendere’ gli asset (La7, MTV e TI Media Broadcasting che possiede tre multiplex).
TI Media capitalizza in Borsa 242 milioni: il valore d’impresa che si ottiene aggiungendo il debito (224 milioni), è 466 milioni, cifra superiore ai valori che circolano oggi.
Il tutto mentre si specula sulla conferenza stampa indetta per domani dal finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, durante la quale saranno annunciati nuovi investimenti sul mercato televisivo italiano.
Sebbene il magnate abbia già smentito di avere un interesse per la controllata di Telecom, essendo sia nel Cda della telco che in quello di Mediobanca, gli analisti di Banca Akros fanno notare come l’annuncio arrivi proprio in concomitanza con la scadenza delle offerte su TI Media: “Non possiamo non notare il timing peculiare della conferenza convocata da Ben Ammar”.
L’annuncio mantiene alto l’interesse sul titolo di TI Media che, tuttavia, stamani registrava un calo dell’1,08% a 0,16 euro. Non è, però, escluso che Ben Ammar voglia investire su Mediaset, che ha fatto sapere di star trattando con investitori stranieri per la sua pay-Tv.
Del resto non è pure da escludere che il finanziere possa dare una notizia correlata alla prossima asta delle frequenze televisive.
Oggi sul tavolo di Telecom Italia sarebbero giunte almeno due offerte, quella di Clessidra e di Cairo. 3 Italia e Discovery avrebbero, invece, presentato piani di riassetto meno interessanti e subordinati al verificarsi di una serie di eventi.
Assistito da Merrill Lynch, il gruppo finanziario fondato dai manager Claudio Sposito avrebbe in mente, secondo indiscrezioni, un’offerta di circa 300 milioni di euro per l’intero pacchetto (le due Tv e i 3 mux). Il piano industriale di Clessidra sarebbe stato studiato a fianco del manager televisivo Marco Bassetti, ex numero uno di Endemol, mentre sarebbe stata discussa anche un’alleanza con Equinox, la società d’investimento fondata da Salvatore Mancuso (Leggi Articolo Key4biz).
Sempre stamani dovrebbe arrivare l’offerta dell’imprenditore Urbano Cairo tramite la Cairo Communication, già concessionaria di pubblicità per La7. La proposta dell’imprenditore, affiancato da Lazard, riguarderebbe tuttavia solo le due emittenti televisive. Ancora incertezza, invece, sulla proposta presentata dall’operatore tlc 3 Italia e su quella dell’americana Discovery Channel. Quest’ultima pare abbia proposto una sorta di partnership per i contenuti televisivi.
Per l’azienda guidata da Vincenzo Novari (affiancata alle banche Hsbc e Goldman Sachs) si era parlato di un’offerta attorno ai 250 milioni per tutto il perimetro di TI Media. Ma a far tardare l’operazione sarebbe l’atteso via libera da parte della casa-madre di Hong Kong, Hutchison Whampoa.
Dall’attuale quadro, l’offerta più interessante sarebbe quella di Clessidra, tra l’altro in linea con gli obiettivi di Telecom Italia che vorrebbe vendere tutti gli asset insieme. Ma sull’accordo peseranno sicuramente i debiti di TI Media, specie per gli esosi investimenti fatti per costruire il palinsesto di La7, l’accordo di raccolta pubblicitaria con Cairo, considerato troppo vincolante.
Le considerazioni spettano adesso al direttore finanziario di Telecom, Piergiorgio Peluso, che dovrà poi esporle al Cda del prossimo 6 dicembre. Il presidente Franco Bernabè ha ribadito in più occasioni di non voler svendere Ti Media e quando i rumors hanno ventilato un possibile rinvio dell’operazione ha smentito ci fosse uno stallo: “Non c’è nessuno stallo, c’è un processo che sta andando avanti con i tempi che abbiamo comunicato e che sarà altamente soddisfacente”.
In un’intervista pubblicata oggi dal ‘Sole24Ore’, l’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, ha confermato che non bisogna vendere a tutti i costi. Anche in questo caso, ha precisato, “E’ ancora materia riservata. Fino a oggi gli operatori telefonici poggiavano il loro business sulle infrastrutture di trasporto dati, mentre a tendere diventeranno anche piattaforme per l’erogazione di servizi video. In questo contesto dovremo saper essere sempre più neutrali per poter ospitare broadcaster come Rai, con la quale abbiamo appena siglato un accordo, la stessa La7 o Sky. Chi produce i contenuti non vuole fare anche le infrastrutture e viceversa”. Patuano ha, però, escluso che al momento sia in vista un accordo commerciale con Murdoch: “Di certo oggi i broadcaster utilizzano per trasmettere le frequenze e domani si affiancherà sempre di più la banda larga. Noi ci siamo”.