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Scorporo rete. Antonio Preto (Agcom): ‘Garantire effettiva concorrenza con l’equivalence of inputs’

Italia


L’impegno a favorire la necessaria accelerazione nella realizzazione delle reti di nuova generazione è stato oggi trasversale: parte dall’Agcom (che però non può far altro che vigilare sulle regole) passa da Telecom Italia (Leggi articolo Key4biz) e coinvolge anche la Cassa Depositi e Prestiti (Leggi articolo Key4biz).

In attesa di conoscere quale sarà la decisione di Telecom Italia sullo scorporo della rete, il commissario Agcom Antonio Preto ha sottolineato che “per assicurare un’effettiva concorrenza sul mercato” bisogna passare dall’attuale equivalence of output ad un modello “di equivalence of inputs”.

Garantire l’equivalenza in ingresso così come avviene ora in uscita significa applicare ai concorrenti un prezzo fisso per l’affitto del doppino in rame e prezzi liberi, non orientati al costo, nella messa a disposizione della rete in fibra ottica.

 

Si migliorerebbe in questo modo il modello inglese di Open Access – si potrebbe parlare di un ‘Open Access plus’, ha spiegato Preto – garantendo condizioni paritarie per tutti gli operatori, con i conseguenti vantaggi per la concorrenza.

Il nostro paese, inoltre, sarebbe così in linea con quanto prefigurato dal progetto di raccomandazione della Commissione europea sugli obblighi e i metodi di costing per promuovere la banda larga. Progetto su cui il BEREC “dovrà esprimere il suo parere prima dell’adozione da parte del Collegio dei Commissari”, ha chiarito il commissario Agcom

 

Mettendo in atto questo modello, infatti, gli OLO saranno trattati esattamente come Telecom Italia con la conseguenza che, “il servizio wholesale offerto alla divisione retail di Telecom Italia non sarebbe più soltanto comparabile al servizio wholesale venduto agli altri operatori, ma diventerebbe lo stesso”, ha spiegato ancora Preto, ricordando tuttavia che la scelta tocca a Telecom Italia, in quanto proprietaria della rete.

 

Su tutto questo, pende ancora la decisione che la società prenderà in merito allo scorporo della rete fissa, per la quale bisognerà attendere il prossimo 6 dicembre.

Quel che è certo, ha proseguito Preto, è che “in linea di principio più è separato il servizio wholesale da quello retail di Telecom Italia, più il modello è coerente con l’Equivalence of Inputs. In buona parte del paese, infatti, la rete di accesso rimarrà un monopolio naturale”.

Per questo, ha aggiunto, “lo scorporo della rete può in astratto rappresentare la soluzione ideale per raggiungere l’equivalence of inputs“, ma tutto dipenderà, secondo Preto, “dalla forma concreta” che il progetto di scorporo andrebbe ad assumere.

 

L’Agcom, dal canto suo, “intende fare la sua parte per assicurare il rispetto delle regole”, ed è impossibile, allo stato delle cose, indicare l’intensità di un eventuale allentamento di queste regole se prima non si concocerà “la forma concreta dell’operazione”.

 

Qualsiasi azione dell’Autorità, ha continuato “…dovrà comunque basarsi su un’analisi coordinata dei vari mercati collegati alla rete d’accesso”.

 

Adottando un modello basato sull’equivalence of inputs, ha aggiunto infine Preto, “si valorizzerebbe il ruolo dell’Organo di Vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Telecom Italia” insediatosi da pochi giorni e il cui board è operativo da oggi, presieduto da Antonio Sassano.

 

Il nuovo board, che succede a quello presieduto da Giulio Napolitano, è composto da tre membri che resteranno in carica sino al 30 novembre 2015. Oltre ad Antonio Sassano, designato dall’Autorità e nominato da Telecom Italia gli altri componenti del consiglio sono Marco Lamandini (indicato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e Michele Polo (indicato da Telecom Italia).

 

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