Agenda digitale, la novità: Regolamento del MiSE su fondo per risolvere interferenze LTE-digitale terrestre

di Raffaella Natale |

Martedì il Decreto Crescita 2.0 dovrebbe avere l’OK dal Senato. Intanto il 5 dicembre tornerà a riunirsi il Tavolo tecnico incaricato dal MiSE di analizzare le criticità legate all’avvio dei servizi LTE.

Italia


Corrado Passera

L’Agenda digitale rischia di impantanarsi. L’approvazione del Decreto Crescita 2.0 in Commissione Industria del Senato è slittata a lunedì 3 dicembre, l’arrivo in Aula è atteso per martedì. Ancora pochi i passi avanti mentre i tempi stringono. Ricordiamo, infatti, che la scadenza per la conversione è fissata al 18 dicembre e il testo deve ancora ricevere il via libera dalla Camera. Decorso il termine, le misure decadranno. La situazione rischia di complicarsi perché il testo potrebbe accogliere anche alcune misure contenute nel Ddl Semplificazioni e una parte delle proposte del Piano nazionale del turismo.

 

Intanto s’è deciso di abbassare il tetto per il credito d’imposta, per realizzare nuove infrastrutture che passa da 500 a 100 milioni, accogliendo le modifiche all’articolo 33, depositate ieri dai relatori della Commissione Industria del Senato, Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari (Pdl). Emendamento che dovrebbe essere votato lunedì, quando ci dovrebbe essere l’OK al Decreto. La nuova agevolazione fiscale vale anche per i progetti di sviluppo delle reti a banda ultra-larga inferiori ai 100 milioni di euro.

 

Altro elemento rilevante, all’articolo 14 della Sezione V del Decreto Crescita 2.0 – Azzeramento del divario digitale e Moneta elettronica – è stato aggiunto il coma 2bis a firma dei leghisti Giuseppe Leoni e Luciano Cagnin che prevede l’emanazione, entro 60 giorni dalla conversione in legge, da parte del MiSE di un regolamento sulle misure e le modalità di intervento da porre a carico degli operatori tlc, “al fine di minimizzare eventuali interferenze tra i servizi a banda ultra-larga mobile nella banda degli 800 MHz e gli impianti per la ricezione televisiva domestica”.

Il problema è relativo appunto alla frequenza degli 800 Mhz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda larga mobile) che è adiacente ad alcuni canali televisivi che vengono dunque disturbati dagli impianti 4G, che verranno accesi gradualmente su questa frequenza a partire dal primo gennaio 2013.

 

Gli interventi necessari saranno gestiti da un fondo, costituito dalle telco assegnatarie delle frequenze a 800 MHz e gestito privatamente dagli operatori interessati, in conformità alle previsioni del regolamento.

 

I parametri per la costituzione del fondo e la relativa contribuzione degli operatori, “sono definiti secondo princìpi di proporzionalità, trasparenza e non discriminazione“. Il ministero dello Sviluppo economico, si legge nell’emendamento, “con proprio provvedimento provvede ogni trimestre alla rimodulazione di tali contributi sulla base dei costi d’intervento effettivamente sostenuti dai singoli operatori e rendicontati”.

 

Mercoledì 5 dicembre, intanto, tornerà a riunirsi il Tavolo tecnico incaricato dal MiSE di analizzare le criticità legate appunto all’avvio dei servizi di banda larga mobile. La Fondazione Ugo Bordoni (FUB), che sta studiando il tema per conto del MiSE, ha stimato che saranno circa 700 mila le abitazioni a essere coinvolte dai problemi di interferenze (Leggi Articolo Key4biz).

 

Altro emendamento approvato all’art. 14 (14.6), che porta la firma di Massimo Garavaglia e Luciano Cagnin (Lega), precisa che per le infrastrutture a banda larga e ultra-larga “devono prioritariamente essere utilizzati gli scavi già attualmente  in uso per i sotto-servizi”.

L’emendamento sempre all’art. 14 (14.13), a firma di Luigi Vimercati e Vincenzo Vita (Pd), prevede, poi, che “L’operatore di comunicazione ha l’obbligo, d’intesa con le proprietà condominiali, di ripristinare a proprie spese le parti comuni degli immobili oggetto d’intervento nello stato precedente i lavori e si accolla gli oneri per la riparazione di eventuali danni arrecati”.

Si prevede, inoltre, che gli operatori possono accedere a tutte le parti comuni degli edifici, per installare la fibra ottica.

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