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I costruttori di cellulari, computer e tablet usano ancora troppa energia sporca nel loro ciclo produttivo: secondo Greenpeace, non bastano i progressi che hanno compiuto per rimuovere le sostanze chimiche tossiche alla base dei cambiamenti climatici.
La diciottesima edizione dell'”Ecoguida ai prodotti elettronici” passa al setaccio l’impegno e i progressi messi in atto dalle aziende di elettronica di consumo su tre criteri ambientali – consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e delle politiche aziendali – senza assegnare punteggi su prodotti specifici, ma valutando le politiche generali e le pratiche dell’azienda per fornire al consumatore una fotografia della sostenibilità dei più grandi nomi del settore.
“L’industria globale – sottolinea Greenpeace – ha compiuto diversi passi nella giusta direzione, ma permangono problemi che si aggravano: sempre più persone in tutto il mondo stanno guadagnando l’accesso ai dispositivi elettronici, e se è vero che sono sempre di più, e sempre più adeguati i programmi di ritiro degli apparecchi usati, la velocità di raccolta non tiene il passo con il tasso di consumo, generando così quantità sempre maggiori di rifiuti tossici dallo smaltimento dei prodotti elettronici”.
Riguardo la classifica, l’azienda che si è dimostrata più attenta alle tematiche ambientali nel loro complesso è l’indiana Wipro, che ha fortemente ridotto le emissioni dei gas serra adottando le energie rinnovabili e la promozione delle politiche energetiche verdi in India.
Tutti i nuovi prodotti sono conformi o superano gli standard energetici Energy Star e l’azienda ha ottenuto buoni risultati anche per la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti da prodotti post-consumo e per l’eliminazione di sostanze pericolose dai propri prodotti.
“Wipro ha stabilito un nuovo punto di riferimento per la sostenibilità, non solo in India, ma in tutto il mondo, che avrà un impatto a lungo termine nell’influenzare il dibattito verde nel settore dell’elettronica” sostiene Abhishek Pratap, responsabile di Campagna di Greenpeace India.
HP è scesa dal primo al secondo posto, mentre Nokia è passata dal quarto al terzo. La taiwanese Acer, grazie anche agli impegni ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra, sia nella produzione che nella catena di fornitura, è stata la società che ha conseguito i maggiori progressi nella guida, risalendo dal nono fino al quarto posto. Dell è scesa dal terzo al quinto. Apple è scesa dal quinto al sesto, mentre RIM rimane all’ultimo posto.
“La prossima grande sfida ambientale per le aziende di elettronica di consumo è quella di ridurre la produzione di gas serra” ha affermato l’analista IT di Greenpeace International Casey Harrell, sottolineando che “I consumatori hanno dichiarato che vogliono un’elettronica più verde, il che significa prodotti che sono costruiti e alimentati con energia rinnovabile”.