Italia
La politica italiana si sta muovendo in merito alla procedura di ottimizzazione fiscale adottata dalle multinazionali straniere, specie gli OTT, che gli consente di eludere il fisco dei Paesi dove forniscono servizi digitali, per pagarle in quelli dove il regime tributario è più favorevole.
Oggi il deputato del Pd, Stefano Graziano, membro della Commissione Finanze della Camera, ha presentato un question time per chiedere al ministro Vittorio Grilli di far luce su quanto riportato dagli organi di stampa in merito.
Nei giorni scorsi s’è, infatti, parlato di un dossier consegnato al Ministro dal COCER della Guardia di Finanza che illustra i sistemi adottati da alcune società per bypassare il fisco (Leggi Articolo Key4biz).
“E’ incomprensibile – ha commentato Graziano a Key4biz – che i cittadini vengono tartassati e afflitti dalle tasse e poi si scopre che grosse società multinazionali si servono di meccanismi per evadere le tasse in Italia”.
Per questa ragione, Graziano ha chiesto al Ministro di “adottare misure normative nei riguardi di tutti quei colossi americani del commercio online, che, come Google, sfruttano ingegnerie finanziarie offerte dalle disparità dei sistemi fiscali europei e riescono a non pagare le tasse nel nostro Paese”.
Il deputato del Pd ha aggiunto che “Il mancato pagamento delle imposte da parte di Google sulle attività realizzate nel nostro Paese va chiarito e impedito”.
Per Graziano “è intollerabile“, “consentire alla multinazionale di trasferire in Paesi a fiscalità privilegiata, come l’Irlanda, i profitti in crescente aumento realizzati in Italia, evitando le imposte italiane sui ricavi, che secondo alcune stime si aggirerebbero intorno a 80 milioni di euro nei soli anni 2002-2006″. (Leggi Articolo Key4biz)
“E’ intollerabile – ha ribadito Graziano – perché va contro la politica governativa di lotta all’evasione fiscale e costituisce un mancato incasso per le finanze pubbliche, ma anche ingiusto – ha sottolineato – perché mortifica i sacrifici di cittadini e imprese che stanno fronteggiando una profonda crisi, scontano un’elevata imposizione fiscale e che così subiscono uno svantaggio sleale“.
Il deputato del Pd ha, infatti, dichiarato a Key4biz che è necessario sottoporre urgentemente la materia a “intervento normativo“. “Mi aspetto – ha aggiunto – che il governo intervenga quanto prima sul caso, adottando una norma simile a quella prevista nel Decreto Crescita al Senato sulla vicenda Ryanair, unica soluzione per uscire da questo muro fiscale”.
Il governo Monti ha, infatti, inserito nel Decreto Sviluppo una norma ad hoc per cancellare i privilegi fiscali di cui gode oggi la compagnia aerea irlandese, da tempo accusata dai concorrenti di muoversi con logiche commerciali ‘scorrente’.
Il caso Ryanair riguarda nello specifico i suoi dipendenti e il trattamento fiscale e contributivo che la società di Dublino riesce a ottenere in Italia, ricorrendo a una Direttiva Ue. Ma la norma contenuta adesso nel Decreto Sviluppo impone anche a Ryanair il pagamento dei contributi in vigore nel nostro Paese.
In Italia, la Guardia di Finanza ha aperto un’inchiesta su Google (anche questa società con sede a Dublino) nel 2008, dove si parla appunto di 80 milioni di euro d’imposte non versate per il periodo 2002-2006 (Leggi Articolo Key4biz).
Il gruppo s’è sempre difeso, sostenendo che “paga le tasse anche in Italia“, ma anche che ha l’obbligo verso i suoi azionisti “di mantenere un sistema fiscale efficiente“.
Con Google sono coinvolte altre aziende, i cui nomi restano coperti dal ‘segreto fiscale’. Stando a un insider, le Fiamme Gialle stanno indagando non solo per ‘elusione’, ma anche per ‘evasione’.
Adesso il COCER della Guardia di Finanza ha messo sul tavolo di Grilli un bel documento, dove è scritto, nero su bianco: “Siamo dell’opinione che alcuni soggetti economici si sottraggano al pagamento delle imposte in misura adeguata rispetto alla loro effettiva capacità contributiva, sfruttando l’inidoneità delle attuali norme tributarie a sottoporre a giusta tassazione i redditi e i patrimoni dei soggetti, imprese o individui, che sfruttano opportunità offerte dalla globalizzazione”.
A supporto delle loro dichiarazioni, il COCER ha citato i dati emersi nell’audizione al Parlamento britannico: nel Regno Unito negli ultimi quattro esercizi, colossi come Google, Facebook, Amazon e la catena americana di caffetterie Starbucks, hanno versato solo 36 milioni di imposte a fronte di un fatturato di oltre 3 miliardi e 800 milioni di euro (Leggi Articolo Key4biz).