F2i pronto a entrare in Telecom Italia? Secca la smentita di Vito Gamberale

di Alessandra Talarico |

Su questa eventualità si è in effetti mostrato scettico anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera che a chi gli chiedeva un commento su queste indiscrezioni ha risposto con un laconico ‘Non so, ma sarei sorpreso’.

Italia


Vito Gamberale

E’ “destituita di ogni fondamento” la notizia di un’offerta di F2i per una quota di Telco, la holding che controlla Telecom Italia.

Lo riferisce a Reuters un portavoce del fondo guidato da Vito Gamberale che – secondo l’articolo ‘Il fondo F2I pronto a entrare in Telecom’, apparso  sito Repubblica.it – sarebbe stato pronto a “investire una cifra compresa tra 500 e 750 milioni a un prezzo a premio rispetto agli attuali valori di Borsa”.

In questo modo, Telco avrebbe le risorse per seguire un aumento da 2,2-3,3 miliardi da parte di Telecom Italia, che potrebbe essere usato anche in funzione dell’acquisizione dell’operatore brasiliano GVT.

 

Sull’eventualità di un ingresso del fondo di Gamberale in Telco si è, in effetti, mostrato scettico anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera che a chi gli chiedeva un commento su queste indiscrezioni ha risposto con un laconico “Non so, ma sarei sorpreso”.

 

A ottobre, nell’ambito del dibattito sullo scorporo della rete, Gamberale aveva auspicato un’operazione di ‘moral suasion’ da parte del governo sulla società telefonica perchè ammorbidisse la sua posizione in merito allo scorporo.

Il patron di F2i affermava allora che  lo spin-off  della rete non deve essere visto come un tentativo di “depauperare” la società telefonica del suo asset principale, quanto come un modo per “avere una società separata, quotata e controllata dalla stessa Telecom, che potrebbe così ridurre i suoi debiti”.

In questa newco, secondo lo scenario preconizzato da Gamberale, potrebbero entrare il Fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti e Metroweb.

Da allora, poco o nulla è cambiato tra ipotesi di ‘congelamento’ dello scorporo e  smentite da parte di Telecom Italia, che sostiene che l’analisi del progetto va avanti e se ne discuterà nel prossimo cda del sei dicembre.

 

In un’intervista al sito L’inkiesta.it, intanto, il ministro Passera ha auspicato una “combinazione forte” tra Telecom Italia e la Cassa Depositi e Prestiti, così da evitare la realizzazione di 2 o 3 reti in concorrenza fra loro. Uno scenario, secondo il ministro, insostenibile dal punto di vista economico e che dilaterebbe i tempi di realizzazione di un’infrastruttura di cui il Paese ha un forte bisogno.

“Il mio auspicio è che l’Italia si doti di una rete di alta qualità in poco tempo. Spero che riusciremo a convincere Telecom a fare una con la Cdp”, ha affermato Passera, convinto che si possa replicare anche con la rete tlc quanto accaduto con Terna e Snam, ma sempre “…nel pieno rispetto di tutti gli interessi in campo e nel quadro della chiare indicazioni che ci vengono da Bruxelles”.

 

Riguardo invece al possibile ingresso del tycoon egiziano Naguib Sawiris nel capitale di Telecom, il ministro ha affermato che lo Stato non deve entrare “a gamba tesa nelle decisioni di aziende private e quotate. Sarebbe una cosa che non solo non risponde alle regole del gioco, ma che significherebbe non attrarre più un investimento estero”.

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