Stati Uniti
Google dovrà pagare una multa da 22,5 milioni di dollari per aver violato la privacy degli utenti del browser Apple Safari.
Il giudice Susan Illston ha respinto il ricorso dell’associazione consumatori Consumer Watchdog, che chiedeva una sanzione più pesante per la società di Mountain View, così da richiamare l’attenzione su una delle tante pratiche abusive condotte dai giganti del web a spese della riservatezza dei dati privati degli utenti.
Secondo Consumer Watchdog, Google 22,5 milioni di dollari li guadagna in poche ore e la sanzione doveva ammontare ad almeno 3 miliardi di dollari in ragione dell’alto numero di utenti coinvolti. La sentenza, inoltre, manca di mordente perchè consente a Google di negare qualsiasi responsabilità per la sua condotta, nonché di mantenere i dati ottenuti dagli utenti Safari senza autorizzazione.
Sul proprio sito, Google aveva assicurato agli utenti che le loro attività non potevano essere monitorate da motore di ricerca se non dopo un’apposita modifica delle impostazioni sulla privacy.
Peccato però che la società – insieme ad altre compagnie pubblicitarie, tra cui Vibrant Media, Media Innovation Group e PointRoll – utilizzasse speciali codici di programmazione, nascosti nelle istruzioni Safari, per aggirare i rigidi blocchi del browser, concepito per evitare questo tipo di intrusione, e sorvegliare e registrare le abitudini di navigazione di milioni di persone.
La vicenda era stata portata alla luce dal Wall Street Journal che già aveva denunciato lo scandalo delle ‘app spione’ (Leggi articolo Key4biz).
Google si è difesa affermando che nessun dato personale è stato memorizzato dal sistema.
La FTC sostiene che il monitoraggio degli utenti Safari ha violato l’accordo siglato lo scorso anno in seguito alle polemiche innescate dal lancio del social network Google Buzz. In base ai termini dell’accordo con l’Antitrust, Google si è impegnata ad adottare un ampio e rigido programma per migliorare la tutela dei dati sensibili dei propri utenti, che verrà sottoposto a controlli esterni ogni due anni per i prossimi 20 anni.
L’associazione Consumer Watchdog non è contenta della sanzione, anche alla luce di un’altra indagine della FTC per presunto comportamento anti-concorrenziale e illecito aumento dei prezzi dei servizi pubblicitari online sul motore di ricerca.
L’associazione vorrebbe che la FTC portasse Google in tribunale invece che accordare un decreto consensuale o qualsiasi altro tipo di accordo, come nel caso ‘Safari’.
Per il presidente FTC Jon Leibowitz dovranno essere però le autorità di regolamentazione a decidere se citare in giudizio, trovare un accordo o semplicemente chiudere le indagini antitrust. Una decisione in questo senso dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno.